Cronache

"L'Islam si espande con le armi. L'immigrazione va controllata"

Il "magister" dei templari fra Mauro Ferretti: "Il cristianesimo è migliore dell'islam. Noi, consacrati alla Cavalleria, siamo ancora i soldati di Cristo"

"L'Islam si espande con le armi. L'immigrazione va controllata"

"La nostra civiltà occidentale è in dubbio perché si è persa l'essenza stessa della nostra cultura". Parla schietto fra Mauro Giorgio Ferretti, presidente e magister dei Templari Cattolici d'Italia. Emiliano di Reggio Emilia, laureato in Giurisprudenza, da trenta anni si occupa di tradizione cavalleresca. È stato lui a fondare quello che oggi è uno dei più grandi gruppi che si richiamano alla tradizione dei Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis (guarda qui il video).

Magister, il mondo oggi sembra andare in una direzione opposta ai valori della cavalleria.
"Sì, e noi andiamo provvidenzialmente controcorrente. Mentre la civiltà occidentale va verso la cascata, noi cerchiamo di modificare il corso del fiume affinché non si vanifichi tutto quello che i nostri antenati hanno costruito portando avanti gli ideali occidentali e cristiani".

Lo fate vestiti con mantello, abito bianco e una croce templare sul petto...
"Certo. Perché i simboli sono importanti. Non vede che lotta c'è per togliere i crocifissi dai luoghi pubblici?"

Lo vedo. Ma che c'entra?
"I nemici conoscono la forza del simbolo. Per questo lo combattono".

E allora rimaniamo sui simboli: il rosso significa anche sacrificio di sangue. Che senso ha nel 2018? Fa strano pensare a un corpo armato cristiano.
"È sempre stato strano. Il vero problema è che la gente si dimentica che la difesa dei deboli è sempre stata necessaria. Non è che i templari se la sono inventata: l'hanno solo istituzionalizzata, perché i tempi lo richiedevano".

E i tempi di oggi lo richiedono?
"Ci dicono che siamo antiquati. E invece è proprio questo il momento in cui la società occidentale ha bisogno di individui che si consacrano alla cavalleria. Noi siamo una delle risposte della nuova evangelizzazione. Se fossimo anacronistici, come si spiega che le nostre commanderie sono piene di giovani di 20 anni? Il vuoto della società ci sta conducendo in una direzione che non piace a nessuno. Neppure a chi finge di essere felice".

Il nome di "soldati di Cristo" vi si addice?
"Certo, tutti i battezzati lo sono. Solo che la cavalleria è il più sublime dei percorsi: quando finirà la cavalleria, morirà questo mondo".

Non rischia di sembrare una setta tradizionalista?
"La nostra è una strada tradizionale, non tradizionalista. Ieri eravamo con Benedetto XVI, oggi siamo con Francesco. I templari sono schierati con lui aprioristicamente".

La sua è una passione o una vocazione?
"Credendo in Cristo devo dire che è una vocazione laica. Per molti, però, all'inizio è una passione che poi sfocia nella vocazione".

I Templari nel Medioevo erano diffusi in tutto il Vecchio Continente. Vi piace quest'Europa?
"L'Europa che abbiamo oggi è quella dei banchieri e non dei popoli. Si è partiti dalla fine, dalla moneta unica, senza unire le genti".

I cavalieri salveranno l'Ue?
"Possiamo dare un aiuto fondamentale. Ma l'unico vero cemento è Gesù Cristo: senza di lui sarebbe impossibile tenere insieme un greco e un irlandese. Il problema è che è stata realizzata un'unione di Stati fondata sugli interessi economici e finanziari di una ristretta cerchia di persone".

Meglio i valori cavallereschi. Quali sono?
"Obbedienza, prima di tutto. A Dio, al Papa, ai vescovi e ai cardinali. Poi c'è il sacrificio: l'atto sacrificale è l'essenza della cavalleria. Infine la lealtà e l'onore".

Parola dimenticata, l'onore.
"Di più: direi ormai vilipesa. Uno si becca del fascista se parla di onore, sebbene sia un elemento eterno che distingue gli uomini. Ecco: un cavaliere deve essere una persona che non perde il rispetto di se stesso"

Fra Mauro Ferretti, magister Templari
Fra Giorgio Mauro Ferretti

I Templari del medioevo combattevano i musulmani. Oggi è ancora così?
"Il confronto con l'islam va guardato nella storia. L'islam è una religione che si è espansa sempre con la scimitarra".

Beh, noi abbiamo fatto le crociate...
"Quelle sono nate per difendere i pellegrini, non per attaccare. E poi la differenza è un'altra. Non entro nei particolari di cosa dice il Corano, ma su un punto è chiaro: tutti devono diventare musulmani. Personalmente non credo che Allah sia il padre di Gesù. Fine. Quindi io seguo Cristo e non Maometto".

Il problema della convivenza con l'islam è stato aumentato dei flussi migratori?
"Le migrazioni sono sempre state un fenomeno straordinario e vano favorite, ma anche irregimentate. Altrimenti diventano conquiste. E noi non vogliamo essere conquistati dagli unni o dai mongoli. Abbiamo combattuto per evitarlo. Moltissimi di questi immigrati sono poveretti, certo. Ma altri vengono appositamente per creare zizzania. E se vuoi portare zizzania, allora sei un mio nemico. Non dimentichiamo che, come ha giustamente sottolineato Mons. Giovanni D'Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, ci hanno tagliato la gola per 1.500 anni".

In Francia è successo anche a padre Jacques.
"Non dico che chi viene con i barconi voglia tagliarci la gola. Ma dobbiamo trovare la maniera di aiutarli a casa loro. Obiettivo possibile, ma che non viene perseguito per motivi che mi sfuggono".

E allora le chiedo: è possibile un dialogo con l'islam?
"Solo il rispetto reciproco può portarci a vivere sereni. Il principio deve essere: se vivi nella mia Nazione devi rispettare la mia cultura, come faccio io quando vengo nei tuoi paesi".

E lei la vede questa reciprocità?
"Non credo ci sia. Non dimentichiamo che i loro capi religiosi sono anche capi politici. Poi io concordo con il Papa quando cerca il colloquio e i Templari lavoreranno sempre per la pace, anche con gli islamici"

Senza piegarsi, però.
"Una settimana dopo la carneficina a Parigi (attentato al Bataclan, nrd), noi Templari siamo stati gli unici ad aprire e presidiare 120 chiese in Italia. Un gesto simbolico che ha colpito i musulmani".

Perché?
"Dobbiamo mostrare al mondo islamico il nostro coraggio, non la forza delle armi. Solo così avranno rispetto di noi e potremo convivere. Non bisogna rispondere col kalashnikov a chi ti spara con un kalashnikov. Non abbiamo bisogno delle armi per dimostrare che la nostra religione è diversa dalla loro.

Io dico migliore".

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