Le Ong adesso sfidano Salvini: "Chiudi i tuoi porti, non il mare"

Mentre il goeverno è impegnato sul fronte Ue per allargare il fronte dell'accoglienza, le Ong tornano a puntare il dito contro il Viminale

Le Ong adesso sfidano Salvini: "Chiudi i tuoi porti, non il mare"

Mentre il governo è impegnato nel sollecitare le cancellerie europee perché accolgano una parte dei migranti a bordo delle navi militari a Pozzallo, si riapre il fronte con le Ong. Il Viminale in queste settimane ha mantenuto una linea molto dura sulle organizzazioni non governative ed è nato un braccio di ferro tra il governo e le ong che salvano i migranti in mare. Prima il caso Aquarius, poi quello Lifeline hanno dato una indicazione chiara sui nuovi equilibri nella gestione dell'emergenza immigrazione: i porti italiani restano chiusi. Ma adesso la Ong Open Arms ha deciso di sfidare apertamente il governo italiano tornando nuovamente in mare nel Mediterraneo per proseguire nei salvataggi dei migranti.

Torneranno ad operare proprio nella zona Sar che è compresa tra Italia e Libia: "Astral, in missione di osservazione, torna nella zona di salvataggio", annuncia la ong su Facebook, "anche se l'Italia chiude i porti, non può mettere porte al mare. Navighiamo verso quel posto dove non ci sono clandestini o delinquenti, solo vite umane in pericolo. E troppe morti sul fondo".

E alle Ong aveva già risposto nella tarda serata di ieri il ministro degli Interni, Salvini: "L’obiettivo è di difendere i confini. Mi dicono che c’è una nave di una Ong che dalla Spagna sta tornando nel Mediterraneo. In Italia ne sbarcano zero, sappiano che è inutile che vengano verso l’Italia". Insomma il braccio di ferro prosegue.

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