La Pasqua ci riporti alle radici cristiane

La Pasqua ci riporti alle radici cristiane

I terroristi, programmando la morte di uomini e donne proprio adesso, avevano pensato alla Settimana Santa? Questi guerrieri infami del Califfo (...)(...) hanno voluto che il loro attacco al cuore dell'Europa coincidesse in tempistica con il cuore del cristianesimo? Se sì, probabilmente sono stati gli unici a ricordarselo, perché in Europa il cristianesimo non esiste proprio. È stato strappato via dalle coscienze dei popoli, che se lo sono fatto portare via dai burocrati e dai giuristi, dai politici ma anche dai cattolici dell'immagine al-passo-coi-tempi.L'Europa ha fatto di tutto per svellere le radici di se stessa e chiudere con un tombino di indifferenza la sorgente dove potersi abbeverare di fronte alle sfide del nemico, che oggi sventola la bandiera nera dell'islam totalitario. Ha rifiutato con un gesto simbolico di potenza devastante la memoria della propria origine. Ha detto di no al riconoscimento del cristianesimo, e prima del giudaismo, come sostanza e scopo del suo esistere. Così si è condannata alla osteoporosi della sua spina dorsale.

L'intellighenzia progressista e anche quella di tipo massonico conservatore hanno brindato. In realtà, senza saperlo, hanno alzato il calice in anticipo sul proprio funerale. L'illuminismo si regge sul Vangelo, testo fondativo anche dei valori volteriani e laici. Senza il cristianesimo non esiste il concetto di persona, che infatti l'islam ignora. È stata un'operazione di negazionismo sciagurato che ora ci fa essere in balia, assai più dell'America, dei colpi dei jihadisti. Perché la nostra corazza interiore è diventata di carta velina, e le nostre convinzioni un blablà di libertà e di tolleranza senza nerbo e senza pietre angolari.

Così la tolleranza è diventata la maschera sotto cui c'è il niente. Niente Pasqua, niente Occidente, né Oriente, ma solo prima la noia e poi la tomba.Eppure senza memoria di chi siamo, da dove siamo venuti, di quella croce e della tomba vuota, moriremo tutti.Da dove viene la capacità di resistere al male? Dall'organizzazione certo, dalla professionalità di forze dell'ordine e servizi segreti, dal benessere che dovrebbe asciugare il disagio dove nuotano i reclutatori di terroristi. Tutto vero. Ma senza quella cosa impalpabile ma più reale delle ossa, che è la forza spirituale, «loro» vinceranno. Anzi, noi perderemo perché abbiamo già perso noi stessi. Senza coltivare con delicatezza e severità in noi e nei nostri figli e nipoti quella che la cultura greca, latina e poi cristiana chiama anima, non ci sarà partita. Ci potranno essere strategie meravigliosamente repressive o, all'opposto, stupidamente buoniste, ma non avremo gli occhi di tigre di coloro che amano qualcosa che è più grande dei loro piccoli e grandi interessi di denaro, di potere e di piacere, e il cui nome ciascuno può cercare nel crepuscolo della coscienza, e che per i nostri popoli europei per due millenni somigliava all'alba della Pasqua.

Occorre oggi più che mai, accanto ai doverosi appelli alla coesione europea e alle alleanze di civiltà, si dica anche chi siamo, chi sono nostro padre è nostra madre. Basta che l'Europa che ha scelto come capitale Strasburgo guardi a quale significato sta appesa la civiltà e la cultura, la vita stessa di quella città travolta da guerre intra-europee ma sempre risorta: ed è la sua cattedrale, sono le croci che cospargono campagne e paesi, metropoli e borghi del Continente dalla Lapponia a Creta e Malta. È la croce. Non simbolo di un supplizio ma di Uno che ci ha amato ed è risorto.

Si può credere o no, ma se al pieno spirituale orrendo dell'islam nella sua fase assassina non sarà il relativismo malinconico o gaudente a darci la forza di resistere, che fascino ha? Ha il sapore snobistico e fintamente esistenzialista dell'ultima sigaretta. C'è bisogno di una ripresa drammatica della tradizione, non come museo di valori da lucidare, ma che grazie a testimoni credibili rifiorisca come per miracolo. In fondo senza miracoli che vita sarebbe?

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