Ma le pistole Usa non sono come quelle italiane

Ma le pistole Usa non sono come quelle italiane

«Quanti bambini devono ancora essere ammazzati?» ha chiesto il padre di uno studente ucciso al presidente Donald Trump. Quanti altri? Ce lo chiediamo tutti. A noi europei sembra così ovvio e l'America ci sembra così stupida, ottusa e incomprensibile. Io sono padre di tre figli nati e vissuti a Roma fino a tre anni fa, ora in America per seguire il luogo comune secondo cui le università americane sono le migliori al mondo e che se sei già lì tutto è più facile. Non è vero: le università americane hanno eccellenze perché navigano con il vento in poppa della ricerca privata, sicché se noi italiani vogliamo vedere qualcuno dei nostri vincere il premio Nobel - come Carlo Rubbia, Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco - dobbiamo prima cederli a quel grande Paese a stelle e strisce e poi vantarcene come se fosse roba nostra perché in Italia il talento e la meritocrazia, sono umiliati dalle baronie.

Avevo molte perplessità sui licei americani dove non si sa mai che cosa insegnano - spagnolo, scultura, palestra, classe libera, episodi di relazioni internazionali e golf - salvo un carico micidiale di matematica che da noi neanche al biennio di ingegneria. Quanto al resto, una strage. Una strage degli innocenti a rate. Un pazzo alla volta. Da un campanile. Dalla finestra sul campus. Nel cortile di un liceo. I ragazzi piangevano ieri l'altro insieme con il presidente degli Stati Uniti che si sta comportando in maniera fantastica. Trump sta facendo impazzire di rabbia le sinistre liberal perché questo presidente di destra radicale vuole sfidare le lobby delle armi in libera vendita, sapendo però che il risultato massimo per ora raggiungibile è limitare la vendita dei fucili mitragliatori, copie di quelle dell'esercito.

Retroscena storico: gli americani - e soltanto gli americani - discendono con orgoglio da una vera rivoluzione democratica che seguita a rigenerarsi nei suoi miti del cittadino solo contro il potere, la Colt - o la Beretta - in fondina: è il mito dell'americano solitario, con le pelli di scoiattolo alla cintura, la cartucciera e un Winchester. Se un agente federale dell'odiato (...)

(...) governo centrale aggredisce la sua libertà, lui cita la Costituzione e spara. Se un americano ti vede sul suo prato, può spararti. Se sente un ladro in casa, spara. Le donne americane dei secoli scorsi, molto tempo prima delle femministe, vivevano sole e a cavallo, poi al volante del loro pick up con i loro marmocchi, armate e padrone del proprio corpo.

L'uso delle armi è legato alla tradizione secondo cui i figli dell'«american revolution» non hanno mai ceduto allo Stato la propria identità e libertà. È il Paese in cui ancora la maggior parte delle donne e degli uomini anche di sinistra, anche neri, anche latini, sono a favore della pena di morte. Se un candidato si presenta col programma di abolire la pena di morte, perde.

Ogni giovane americano, femmina o maschio, viene addestrato con accuratezza a smontare e pulire l'arma, a mantenerla smontata in un luogo asciutto.

La domenica si va a sparare perché è divertente, è parte del picnic, perché lo zio Jeff ha comperato una nuova Browning da 9 millimetri che demolisce un muro di blocchetti di cemento e tutti vogliono premere il grilletto. I bambini sparano, le ragazze sparano, i blocchetti si disintegrano, la Budweiser scorre dalle lattine e il barbecue sfrigola. Nella popolarissima serie tv Homeland un giornalista eroe chiama alla rivolta contro un presidente che minaccia la Costituzione che garantisce il porto d'armi a tutti. Questa è la storia. Ma intanto io ho paura, i miei figli hanno paura per l'ultima strage a quaranta miglia da casa. Oggi tutta l'America ancora piange per la strage di San Valentino ma non cederà presto sul secondo emendamento. Sarebbe come se da noi dopo la guerra Togliatti e De Gasperi avessero stabilito che tutti devono avere il proprio mitra per difendere la democrazia. Saremmo già tutti al cimitero.

Quando a Parigi i terroristi attaccarono il Bataclan, i giornali americani si chiedevano: ma non c'era neppure un solo francese armato che potesse rispondere al fuoco? Intanto milioni di genitori mandano i figli a scuola con l'autobus giallo, sperando di non dover sentire elicotteri, sirene, ambulanze, o i Marshall che bussano alla porta per dare una triste notizia.

L'America oggi è schizofrenica. Da una parte c'è chi è pronto a sacrificare esseri umani per difendere il sacro principio, dall'altra quelli che chiedono che si ponga fine a questa follia. Quando il secondo emendamento fu approvato, si usavano pistole e fucili ad avancarica in cui la palla veniva spinta con la stoppa.

Oggi nella stessa frazione di tempo partono tremila colpi. Mio figlio di 14 anni mi dice che un suo compagno di scuola ha promesso di venire con le armi del padre «e farvela pagare a tutti».

Non lo farà, ma una simile minaccia in Florida ha un senso diverso che in Lombardia.

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