Cronache

Preti indagati per estorsione, messaggi hot ad una ragazza disabile

Il segretario del vescovo di Mileto insieme al reggente della chiesa della Madonna del Rosario di Tropea sono stati rinviati a giudizio dopo aver provato a farsi restituire 9.000 euro da un uomo

Preti indagati per estorsione, messaggi hot ad una ragazza disabile

A finire nei guai per estorsione due preti accusati di aver agito con modalità mafiosa dalla Dda di Catanzaro. Padre Graziano Maccarone, segretario del vescovo di Mileto e Nicola De Luca, reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea, sono stati rinviati a giudizio. Inoltre sullo smartphone di Maccarone sarebbero stati trovati ben 3mila messaggi inviati in oltre due mesi alla figlia disabile del debitore. Gli stessi avrebbero chiesto addirittura l'intervento del clan Mancuso, ovvero della 'ndrangheta, se l'uomo non avesse ridato indietro i soldi.

I due avrebbero usato metodi come minaccia e violenza per riottenere indietro 9mila euro prestati da una persone nel Vibonese. L'arco di tempo preso in considerazione dagli inquirenti è quello che va da dicembre 2012 fino a marzo 2013, quando i due avrebbero per l'appunto utilizzato ogni via per poter riottenere indietro i soldi che avevano prestato all'uomo nel momento della difficoltà.

I soldi sarebbero stati prestati all'uomo nel 2012, per estinguere un debito per cui e soprattutto per evitare che gli venissero pignorati i beni per una procedura esecutiva. I due sacerdoti si sarebbero impegnati ad aiutare l'uomo e De Luca avrebbe tirato fuori circa 2mila euro mentre Maccarone avrebbe dato al creditore dell'uomo quasi 7mila euro. Gli avrebbero detto successivamente che non doveva assolutamente preoccuparsi, che non doveva restituire alcuna somma di denaro. Se proprio avrebbe voluto poteva tranquillamente prendersi il tempo necessario. Però così non è stato, e Maccarone avrebbe dopo poco iniziato ad inviare messaggi a sfondo sessuale rivolti alla figlia disabile dell'uomo. Addirittura si faceva inviare indumenti intimi della ragazza attraverso conoscenti, ricevendola anche in un albergo di Pizzo. Seppur, alla fine, non aveva più avuto luogo l'incontro. Poi la richiesta di soldi. L'intervento del boss Pantaleone Mancuso, oltre a quello di Luigi Mancuso, che era definito dallo stesso Maccarone "Il capo dei capi".

I due sacerdoti avevano creato in poco tempo una fitta rete per poter riottenere i soldi indietro fatta di minacce ed estorsione che la Dda di Catanzaro è riuscita a far cadere si legge dall'Agi.

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