Cronache

In carcere per omicidio stradale, il marocchino esce e ne uccide un altro

Chafik El Ketani è stato fermato a Bologna, dove si trovava ricoverato in ospedale per le conseguenze dell'incidente

In carcere per omicidio stradale, il marocchino esce e uccide un'altra persona

Al volante di un'auto noleggiata, e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, aveva causato l'incidente risultato letale per il connazionale Nouredine Fennane: dopo il ricovero in ospedale, la fuga con lo scopo di evitare la reclusione, ed il progetto di espatriare per fare ritorno in Marocco. Fermato a Bologna, il responsabile Chafik El Ketani è stato tratto in arresto con l'accusa di omicidio stradale.

I fatti risalgono allo scorso lunedì 6 settembre, quando il 34enne uscì di strada con una Toyota Corolla presa a noleggio, andandosi a schiantare prima sul muretto del canale di scolo posto a margine della carreggiata, quindi contro un guardrail. L'elevata velocità e la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti sarebbero le cause del tragico incidente, purtroppo non l'unico mortale provocato dal marocchino. Nell'ormai lontano 5 dicembre 2010, lungo la strada statale 18 Tirrenica, El Ketani piombò addosso ad un gruppo di ciclisti amatori, uccidendone 8 sul colpo e ferendone altri 2 in modo grave. Il 34enne, che guidava anche allora sotto l'effetto di droghe, era addirittura senza patente: il documento, infatti, gli era stato ritirato solo sette mesi dalla prefettura di Potenza, a causa di un sorpasso effettuato in un tratto di strada con striscia continua. Non essendo ancora stato istituito il reato di omicidio stradale, Chafik El Ketani se la cavò con otto anni di detenzione.

Il tentativo di fuga

Dopo il terribile schianto del 6 settembre, il 34enne ha avuto necessità di ricorrere alle cure dell'ospedale di Catanzaro. Temendo le conseguenze del suo gesto, dopo qualche giorno di ricovero, lo stesso ha preferito firmare il foglio di dimissioni dal nosocomio malgrado il parere dei medici. Un chiaro tentativo di fuga dalle proprie responsabilità, che lo aveva portato, secondo quanto riferito dagli inquirenti, a pianificare il ritorno in Marocco.

Le ancor precarie condizioni di salute, tuttavia, lo hanno tradito. Giunto a Bologna, infatti, il 34enne è stato ricoverato presso l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna. Qui è stato individuato dalle forze dell'ordine che lo cercavano da giorni. Le Squadre Mobili di Catanzaro e Bologna hanno quindi dato esecuzione all'ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa nei suoi confronti: il marocchino dovrà difendersi dall'accusa di omicidio stradale.

"Chi gli ha restituito la patente?"

"Non ci sono parole ma solo rabbia vedendo la catena di sangue provocata dal 32enne marocchino Chafik El Ketani", dichiara Roberto Calderoli. "Questo assassino, che nel 2010 guidando sotto l’effetto di stupefacenti aveva falciato e ucciso otto ciclisti in Calabria, punito con appena otto anni di carcere per quella strage, ha ucciso di nuovo, guidando ancora sotto effetto di stupefacenti, provocando un nuovo incidente stradale con una vittima. E poi temendo l’arresto è scappato fino a Bologna dove è stato arrestato. Adesso ovviamente confido che chi dovrà giudicare abbia buon senso e applichi fino in fondo le norme severe introdotte con il reato di omicidio stradale, e non abbia la mano leggera con questo assassino, che ha già dimostrato purtroppo la sua recidività, uccidendo nove persone", auspica il vicepresidente del Senato.

"Le leggi sono fatte per proteggere i cittadini, non per dare sconti o scappatoie agli assassini, chiaro? Poi una domanda: chi ha restituito la patente di guida a questo criminale? Stavolta andiamo fino in fondo, troviamo i nomi e i cognomi di chi ha rimesso al volante questo pirata, con le tragiche conseguenze che vediamo", conclude.

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