Ore 9.49
Riprende oggi dopo la pausa estiva il processo a Berlusconi per il "Rubygate" con una udienza interamente dedicata ad uno dei temi più contestati del processo: i presunti rapporti tra Ruby, ovvero Kharima El Mahroug, e il presidente egiziano Hosni Mubarak. Berlusconi ha sempre sostenuto (sollevando anche perplessità ed ironie) di essere intervenuto per fare liberare Ruby, quando venne fermata dalla polizia a Milano, proprio per evitare un incidente diplomatico con le autorità egiziane. Oggi, nella prima udienza dedicata ai testi della difesa, verranno sentiti alcuni esponenti politici che dovrebbero, secondo i legali del Cavaliere, confermare che della esistenza della ragazzina si parló effettivamente nel corso di un vertice tra Italia e Egitto. Tra i testimoni attesi in aula ci sono l'ex portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti, l'ex consigliere per le relazioni internazionali Valentino Valentini (nella foto), l'ex governatore veneto Giancarlo Galan, tutti presenti al vertice.
Ore 10.03
Valentini ha ricordato che nel maggio 2010 (un mese prima che Ruby fosse fermata dalla polizia) si era tenuto il terzo vertice bilaterale Italia-Egitto. "Ma tra Berlusconi e il presidente Mubarak c'era anche un rapporto di amicizia personale, tanto che Mubarak aveva trascorso una settimana di vacanze con la famiglia nella residenza di Berlusconi in Sardegna". Aggiunge Frattini: "Durante il pranzo in una fase più rilassata Berlusconi disse a Mubarak di avere conosciuto una ragazza egiziana di una famiglia a lui vicina che si chiamava Ruby, ne nacque una conversazione piuttosto confusa. Mubarak disse "Ruby la famosa cantante?", anche i membri dell'entourage dicevano la loro. Si parlò di un grado di parentela? "No, ma di una familiarità".
Ore 10.12
Valentini ha raccontato anche di come, nel mese di giugno, durante un viaggio in Francia, Berlusconi venne raggiunto dalla notizia del fermo di Ruby. "Fu una mia iniziativa - dice peró Valentini - quella di contattare la questura di Milano per capire cosa stesse accadendo. Dissi a Berlusconi che se voleva potevamo intervenire. Lui mi disse: sí, digli che c'é una ragazza egiziana senza documenti,vedi se ti puoi informare". "Eravamo sull'aereo sulla pista di decollo, il capo scorta chiamó il capo di gabinetto della questura di Milano, il dottor Ostuni, e gli spiegó la situazione; quel punto il presidente Berlusconi fece segno di passargli il telefono". "Il presidente disse a Ostuni che era stata fermata una ragazza egiziana innocua sprovvista di documenti e si offrì di mandare la consigliere regionale Minetti per aiutare la identificazione e alla fine disse: mi risulta che potrebbe essere parente del presidente egiziano Mubarak". Chiede Ghedini: quale fu il tono della conversazione? "Assolutamente pacato, non ci fu una richiesta di interventi specifici".
Ore 10.27
Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini controinterroga Valentini. Come era il tavolo del vertice? Rotondo, rettangolare ? Lei dove era seduto? "Sarà stato lungo quattro metri, io ero seduto con Bonaiuti a tre posti di distanza da Mubarak e Berlusconi. In tutto saremmo stati tredici o quattordici. Mubarak sa perfettamente l'inglese ma quella sera parlava in arabo, come si usa nei vertici". A me, dice la Boccassini, serve blindare il ricordo di quel pranzo. Quanti interpreti c'erano? "Più di uno. Almeno due". Dove erano collocati? "Affianco ai presidenti. Il nostro dalla nostra parte accanto a Berlusconi, l'interprete egiziano accanto a Mubarak". Come mai lei non si ricorda gli argomenti ufficiali che vennero trattati ma si ricorda l'episodio della ragazza? "Ricordo che si parló dei rigassificatori Eni, dei rapporti con i palestinesi... Ma la peculiarità della conversazione sulla ragazza é proprio quella che la rende facile da ricordare. Del vertice con i brasiliani mi ricordo che si parló dei giocatori del Milan". Come reagirono gli altri presenti alla questione della ragazza? "Dicevano anche loro la loro opinione. Non fu solo Mubarak a parlare del ragazza, furono loro i primi a dire che forse era la cantante". Invece quando si trattava dei problemi seri del loro paese pensavano solo a mangiare, commenta la Boccassini.
Ore 10.31
La Boccassini passa a chiedere a Valentini della notte di giugno in cui Ruby venne fermata e Berlusconi intervenne da Parigi. Per quale motivo lei non ha suggerito di contattare il consolato egiziano invece della Minetti? "Non ci ho pensato. Forse anche per la tarda ora".
Ore 11.36
Dopo Valentini tocca a Bruno Archi, diplomatico in servizio presso la presidenza del consiglio sotto i governi da Amato a Berlusconi, anche lui presente al pranzo con Mubarak del maggio 2010. E anche lui conferma che si parló di Ruby. Gli chiede il procuratore aggiunto Ilda Boccassini: ci spiega meglio il contesto della frase di Berlusconi su Ruby, che non capiamo come possa avere suscitato l'interesse dei presenti? "Berlusconi aveva chiesto a Mubarak se la ragazza facesse parte della sua cerchia familiare, fu questo a suscitare l'interesse". Cosa rispose Mubarak ? "Rimase incuriosito ma non capi bene la domanda, c'era molta confusione, eravamo a fine pasto, ci furono anche problemi di interpretariato. Mubarak non rispose ma gli altri iniziarono a interloquire dicendo che conoscevano una famosa cantante di nome Ruby".
Ore 11.53
Sulla sedia dei testimoni va ad accomodarsi Giancarlo Galan, ex presidente del Veneto, che nel 2010 era ministro dell'Agricoltura e in questa veste partecipò nel maggio al vertice con gli egiziani. Dove non fa mistero di essersi piuttosto annoiato. "Il pranzo duró tre ore. Era un dialogo unidirezionale, parlava sempre Berlusconi, l'interprete traduceva, ricordo un Mubarak non particolarmente brillante. Non fu una colazione entusiasmante, ma ricordo che il nome Ruby a un certo punto venne fatto. Onestamente non prestai grande attenzione al dialogo, da quel che capii parlavano di una bella donna dello stesso paese del presidente Mubarak". Si disse che era della cerchia familiare di Mubarak? " No ma non posso escluderlo, la traduzione era bassa".
Ore 12.01
Tocca a Paolo Bonaiuti, che di Berlusconi nel 2010 era sottosegretario, anche lui presente alla cena. I suoi ricordi sono decisamente piu vaghi di quelli degli altri testimoni: "A un certo punto si parlò di una ragazza araba poi mi sono distratto perché guardavo delle mail sul mio cellulare".
Bilancio dell'udienza
O i testimoni di oggi sono venuti in blocco a dire bugie, oppure davvero Berlusconi nel 2010 pensava che Kharima el Mahroug, la fanciulla conosciuta alle feste in casa sua ad Arcore, avesse qualcosa a che fare con il presidente Mubarak.
Nella ricostruzione della difesa, com'è noto, fu questo - evitare un pasticcio internazionale - il motivo dell'intervento di Berlusconi sui vertici della questura di Milano la notte in cui venne fermata Ruby. Mentre Ilda Boccassini ritiene che le pressioni sulla polizia puntavano a impedire che venissero a galla i rapporti a pagamento tra il Cavaliere e la ragazza.
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