Cronache

Burioni, il virologo "renziano" che è diventato un influencer

Nel giro di pochi anni il virologo Roberto Burioni è diventato un influencer scientifico che deve il suo successo ai social, ma anche alle liti con altri virologi e alle sue posizioni politiche antileghiste

Burioni, il virologo "renziano" che è diventato un influencer

Da strenuo difensore dei vaccini a star della tivù. Nel giro di pochi anni, Roberto Burioni è diventato un influencer scientifico che deve il suo successo ai social, ma anche alle liti con altri virologi e alle sue posizioni politiche antileghiste.

Con lo scoppio della pandemia è diventato ospite fisso di Fabio Fazio nel programma ‘Che tempo che fa’, ma non ha perso il vizio di polemizzare con i colleghi su Twitter. Recentemente è stato persino redarguito dai vertici dell’Università del San Raffaele di Milano dove insegna microbiologia e virologia dal 2004. "Basta bugie. Basta bugie. Basta Bugie", ha scritto in uno degli ultimi cinguettii riferendosi a quanto dichiarato da Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, che attribuiva la causa del collasso degli ospedali al panico generato nella popolazione. Secondo il virologo di Genova, le strutture sanitarie "sono assediate da migliaia di persone asintomatiche o poco sintomatiche che si potrebbero tranquillamente curare a casa e che invece prendono d'assalto i pronto soccorso, intasano i centralini degli ospedali, fanno perdere tempo ai medici". "Alcuni dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero. Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico?", aveva domandato Burioni.

A quel punto il San Raffaele si è dissociato “dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid". Il Codacons, invece, è arrivato persino a chiedere ufficialmente la chiusura del profilo Twitter di Burioni “per non alimentare scontri in un momento in cui la sanità e gli ospedali versano in grave difficoltà".

Com'è nato il fenomeno Burioni

Burioni non è nuovo a tali diatribe. In questi giorni ha avuto uno scontro via social con la virologa Ilaria Capua che, sia su Twitter sia durante la trasmissione Di Martedì, ha sostenuto che coloro che faranno il vaccino potrebbero ancora contagiare chi il vaccino non lo ha ancora fatto. Una posizione che lo scienziato del San Raffaele ha sconfessato con un semplice cinguettìo: "Gira la notizia che (in generale) i vaccinati sono protetti ma possono trasmettere la malattia. Questo non è vero. Per morbillo, rosolia, parotite o varicella - e qui mi fermo ma la lista è lunga - chi è vaccinato non può essere infettato e non può trasmettere la malattia", ha scritto su Twitter.

Nei primissimi mesi della pandemia, invece, Burioni aveva apostrofato la virologa Maria Rita Gismondo con l’epiteto “signora del Sacco” e aveva aggiunto: “Signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle dita”. Ma Burioni deve la sua fortuna a un post di circa quattro anni fa. "È nato tutto per caso. Mia figlia Caterina Maria – racconta il virologo in un’intervista - ha cinque anni: io e mia moglie, quando andavamo a prenderla a scuola o la accompagnavamo dalle compagne, abbiamo scoperto che diverse delle sue amichette non sono vaccinate, per scelta dei genitori. La stessa cosa che mi ha detto il mio amico. Sono rimasto allibito e, a settembre, ho scritto il primo post". Da quel momento in poi sono arrivati i followers e la prima ospitata televisiva nel programma Virus - Il contagio delle idee, condotto da Nicola Porro. A fare da contraltare c’era Red Ronnie che definì la vaccinazione "una follia". Il giorno successivo Burioni invia una lettera all’ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza Rai per lamentarsi di aver avuto poco spazio nel corso della trasmissione. Ad accorgersi di questa lettera è il deputato renziano Michele Anzaldi che, all’epoca militava ancora nel Pd e che, desideroso di capirne di più, presenta un’interrogazione parlamentare. “Dopo di che Porro fa una sorta di puntata riparatrice e Burioni mi chiama per ringraziare”, ci dice Anzaldi che in quello stesso periodo, subito dopo la sconfitta al referendum, viene chiamato da Renzi, per fare il suo capo ufficio stampa per le primarie. “Nel frattempo avevo approfondito la tematica e, dopo averne parlato con Renzi, propongo agli autori di Linea Notte di fare una puntata sui vaccini. Da quel momento Burioni divenne sempre più famoso, grazie anche ai Cinquestelle che all’epoca dicevano delle corbellerie pazzesche”, rivela il deputato renziano.

Nel 2016 il virologo pubblica Il vaccino non è un'opinione e l’anno successivo La congiura dei Somari. Perché la scienza non può essere democratica, mentre 2018 è l’anno di Balle Mortali e della nascita del sito di divulgazione scientifica Medical Facts. Burioni è a tutti gli effetti una star e invade anche il campo della politica, spendendosi per smentire che gli immigrati importino le malattie. "Nei migranti c'è molta consapevolezza dell'importanza dei vaccini, visto che spesso nei loro Paesi hanno vissuto in prima persone epidemie di malattie come il morbillo. Per questo quasi tutti sono vaccinati, con tassi più alti di quelli dell'Italia. E sono propensi a vaccinare i figli”, spiega il virologo che non perde, dunque, occasione per far trasparire la sua vena antileghista. È anche per queste sue idee che Renzi, nel 2018, annuncia di volerlo presentare alle Politiche, ma la candidatura non si concretizzerà. “Burioni è una persona brillante, divertente, eclettica. Un uomo con tanti interessi, ma stra-appassionato del suo lavoro e, perciò, non si è fatto trascinare nel mondo della politica che non conosce e non lo appassiona”, ci spiega ancora Anzaldi che conclude: “Non avrebbe avuto neppure un risvolto economico”.

Le controversie di Burioni e la sua profezia sbagliata

Più la fama di Burioni cresce e più cresce l’interesse della stampa nei confronti delle sue attività. Se da un lato il mondo novax accusa il noto virologo di intrattenere dei rapporti poco trasparenti con alcune società farmaceutiche, dall’altro L’Espresso lo critica per le "consulenze d’oro". Ma uno degli episodi per i quali Burioni è stato più dileggiato in questi ultimi mesi è il suo intervento alla trasmissione Che tempo che fa del 2 febbraio 2020 quando, con estrema sicurezza, afferma: “In Italia in questo momento il rischio è zero". E, usando sempre un tono polemico nei confronti del centrodestra, aggiunge: "Nei migranti c'è molta consapevolezza dell'importanza dei vaccini, visto che spesso nei loro Paesi hanno vissuto in prima persone epidemie di malattie come il morbillo. Per questo quasi tutti sono vaccinati, con tassi più alti di quelli dell'Italia. E sono propensi a vaccinare i figli” . Dopo circa venti giorni viene data la notizia della scoperta del primo italiano malato di coronavirus. “Ma io sono un medico, non un veggente”, si limiterà a dire Burioni che, poi, continuerà come sempre a sparare a zero sui colleghi e sui politici. “Un mio amico era fidanzato. La ragazza in un giorno di giugno senza dire niente se ne andò con un altro in Costa Azzurra. Quando chiedevamo al mio amico se era ancora fidanzato, rispondeva ‘sì, perché lei non mi ha lasciato quindi stiamo insieme’. Trump mi ricorda questo amico” è il tweet con cui il virologo commenta l’esito delle Presidenziali Usa.

Di fronte a una tale frenesia comunicativa un medico come l’eurodeputata leghista Luisa Regimenti avverte: “Mentre la seconda ondata del Covid-19 sta facendo collassare il nostro sistema sanitario, personaggi come Burioni non trovano di meglio da fare che andare in tv, insopportabile, ad esempio, la sua presenza fissa alla trasmissione di Fazio, per strumentalizzare questa crisi.

Ci vuole più sobrietà e come medico credo che si debba parlare di meno e lavorare di più, come tanti professionisti stanno facendo in questo momento drammatico".

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