Santino, "l'uomo invisibile" costretto a vivere in macchina

Una moglie e due figlie, il 61enne ha perso il lavoro e la casa: "Cerco giustizia e studio i miei diritti"

Santino, "l'uomo invisibile"  costretto a vivere in macchina

"Io sono l'uomo invisibile", esordisce così Santino, 61 anni, originario di Montalbano Jonico, residente in Puglia da oltre trent'anni, ora senza una casa e senza un lavoro. "Dicono che sono un homeless, ma a me questa parola non piace". Indossa un cappello di lana ed un giubbotto pesante per affrontare le lunghe notti in macchina, la sua nuova casa.

"Ho lavorato per trent'anni come camionista nel settore ortofrutticolo e poi come guardiano di uno stabile a Sava in provincia di Taranto" dove vive anche la sua famiglia. "Da Bolzano a Trapani, ho viaggiato in tutta Italia. Dal nord trasportavo patate, dal sud i gialletti (i meloni gialli). Ma sempre in nero ed ora non ho diritto neanche alla pensione".

Una vita di sacrifici, una moglie e due figli da crescere e, alla fine, una macchina come casa. Una storia come tante, certo. Ma è la durezza della vita, l'urto delle cose, che tocchi con mano.
"C'è solo una casa, quella di mio figlio con la compagna e i miei quattro piccoli nipoti. Ma non possiamo stare in nove sotto un tetto e gravare sulle spalle di mio figlio che lavora in campagna e guadagna, in modo saltuario, 30 euro al giorno. Mia moglie cerca di assicurarmi il pranzo e la cena, ma tutto il giorno è dalla madre, paralizzata in un letto."

Uno sguardo triste quello di Santino che cerca giustizia dalle istituzioni: "Però, sostiene, non mi aiutano". Ha deciso di parcheggiare la sua macchina-casa davanti alla sede dei servizi sociali, ma a nulla è servito, se non ad essere oggetto di pettegolezzi in una piccola comunità del sud dove la gente mormora facilmente.

"Il sindaco dice che mi ha proposto un'abitazione e che io l'ho rifiutata. Non è così, hanno preferito darla ad un'altra famiglia" inizia da qui il suo grido di dolore, "C'è il disprezzo della dignità umana".

Gli chiediamo di entrare nella vettura, lui imbarazzato ci risponde "Non ci sono pidocchi, ma è sporca", noi ci sediamo volentieri. Sui sedili posteriori dei cuscini per dormire e sul cruscotto un codice civile per imparare i suoi diritti di cittadino, ma innanzitutto di uomo.

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