Il livello di violenza nel mondo della scuola sta drammaticamente segnando un’impennata. Proprio da quello che dovrebbe essere una sorta di luogo sacro dedicato alla formazione culturale e civica di future generazioni giungono, sempre più spesso, notizie di aggressioni verbali e fisiche subite dai docenti da parte dei genitori degli alunni.
Secondo i presidi, molti di questi atti sono esacerbati dalle discussioni che si sviluppano in rete; alimentate da reciproci incitamenti, infatti, le chat possono diventare un veicolo di rabbia e denigrazioni verso gli insegnanti
I dirigenti scolastici, in collaborazione con i pediatri, hanno redatto un documento per tentare di porre un freno all'aggressività di padri e madri creando, inoltre, un sito ad hoc chiamato “eTutorWeb”, come riporta il "Messaggero". Non solo, perchè su iniziativa dell'Associazione Nazionale Presidi di Roma e Lazio e con il prezioso sostegno del policlinico Gemelli e della polizia postale, sono in fase di preparazione veri e propri corsi di sopravvivenza per formare i docenti e prepararli ad affrontare anche le situazioni più intricate e pericolose.
Nel documento sono elencate cinque fondamentali regole che i genitori dovrebbero seguire prima di dare l’avvio ad un dibattito di gruppo online. Innanzitutto non bisogna agire di impulso ma riflettere prima di giudicare un evento ed esprimere la propria opinione. In secondo luogo è necessario evitare ogni forma di vittimismo, un atteggiamento che devia dalla realtà e che fa evitare di affrontare le difficoltà. Non meno importante è cercare di risolvere i problemi dialogando in modo pacato con gli atri protagonisti della vicenda. Prendere in considerazione, poi, con la massima attenzione le segnalazioni provenienti dagli insegnanti senza mai sottovalutarle. Ed, infine, silenziare i gruppi di discussione su Whatsapp evitando la cosiddetta "ansia da notifica".
"Nato per favorire la comunicazione, paradossalmente può creare un cortocircuito comunicativo: i gruppi di genitori spesso sono ansiogeni ed esasperano la razionalità" fa notare Antonello Giannelli, presidente
dell'Associazione nazionale presidi.Il punto è proprio questo: non è la tecnologia in sé a fare del male ma l’uso scorretto che si fa di essa che può creare problemi. E la scuola scende in prima linea nell'educazione digitale.
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