Sea Watch 3, la capitana ad Agrigento per l'interrogatorio

Approdata a Porto Empdocle, a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza, Carola Rackete: la capitana della Sea Watch 3 attesa da un lungo interrogatorio ad Agrigento

Sea Watch 3, la capitana ad Agrigento per l'interrogatorio

È arrivata come previsto intorno a mezzogiorno Carola Rackete, la quale ha messo piede nel porto di Porto Empedocle dopo essere giunta da Lampedusa a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza.

Da qui adesso, la capitana della Sea Watch 3 è attesa presso il tribunale di Agrigento dove alle 15:30 dovrebbe iniziare l’interrogatorio del Gip Alessandra Russo.

Inizia così la lunga giornata siciliana per la principale protagonista della vicenda che da oramai quasi tre settimane appare in cima alle tematiche politiche più importanti. La capitana, arrestata nella notte tra sabato e domenica dopo aver forzato il blocco della Guardia di Finanza, deve quindi rispondere alle domande dei magistrati agrigentini.

Carola Rackete è accusata, tra le altre cose, di aver disobbedito ad un ordine militare ed aver tentato di speronare un mezzo della finanza. Un’azione per la quale la stesse Rackete, tramite i suoi avvocati, ha chiesto scusa ai finanzieri provando in qualche modo a spiegare le ragioni del suo gesto.

Al quinto piano del palazzo di giustizia di Agrigento, dove hanno sede gli uffici della procura della città dei templi, si prevede un lungo interrogatorio: “Potrebbe anche arrivare a notte fonda”, si vocifera nei corridoi del tribunale.

Ad aspettare l’arrivo della motovedetta della Guardia di Finanza, un piccolo gruppo di cittadini, alcuni dei quali appartenenti a Legambiente e Libera, che hanno lanciato applausi all’indirizzo di Carola Rackete. Al porto di Porto Empedocle tutto procede senza troppi clamori: i finanzieri che fanno accomodare la capitana della Sea Watch 3 dentro le volanti non hanno necessità di accendere le sirene, vanno via lungo il molo dello scalo empedoclino e si dirigono di corsa verso il tribunale.

Nelle ringhiere azzurre che dividono il piano commerciale del porto da quello della caserma della finanza, vengono stesi alcuni teli termici dallo stesso gruppo che applaude la capitana: “Siamo qui per dare solidarietà a Carola”, affermano alcuni manifestanti.

Poi anche loro si dirigono verso l’uscita del porto, lasciando solo un drappello di poliziotti e finanzieri all’interno dell’area militare.

Il “primo step” della lunga giornata agrigentina termina sotto un sole cocente che illumina un porto oramai, da vent’anni a questa parte, abituato a veder passare tra i suoi moli e le sue acque molti aspetti delle recenti emergenze migratorie.

L’attesa adesso si sposta presso il tribunale di Agrigento e, in particolare, su cosa si deciderà all’interno delle stanze della procura.

Nel frattempo nelle prossime ore, proprio a Porto Empedocle, ci si prepara ad un eventuale nuovo arrivo di migranti sbarcati a Lampedusa: l’impressione è che, sul fronte migratorio, questa estate potrebbe essere davvero molto lunga.

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