Sea Watch ora sfida Salvini e chiede "aiuto" ai magistrati

L'ong ha presentato un esposto al Tar per impugnare il "blocco" del Viminale. Salvini: "Hanno tempo da perdere..."

Sea Watch ora sfida Salvini e chiede "aiuto" ai magistrati

La Sea Watch torna a sfidare Salvini. Il braccio di ferro a 15 miglia dall'isola di Lampedusa si fa sempre più duro. Come è noto, ieri la Guardia di Finanza ha notificato all'equipaggio il decreto con cui si vieta l'ingresso alla nave nelle acque territoriali italiane. Il documento inviato dal Viminale alla Sea Watch di fatto ricorda il contenuto del decreto sicurezza bis. Nel testo inviato infatti il Viminale sottolinea che in caso di forzo del blocco imposto alla Sea Watch, l'ong potrebbe fare i conti con il sequestro della nave e la confisca. Dopo la notifica del provvedimento il comandante ha reiterato la richiesta di un porto di sbarco. Ma il Viminale tira dritto e dunque la nave resta in stand by in acque internazionali. Ma il decreto di fatto ricorda che è possibile impugnare il provvedimento con un ricorso al Tar del lazio entro 60 giorni dalla notifica. Sea Watch non ha perso tempo e ha già presentato ricorso al tribunale amministrativo. Salvini, in visita negli Stati Uniti per incontrare il Segretario di Stato Pompeo e il vice Trump, Pence, ha commentato così il ricorso della Sea Watch: "Prendiamo atto che Sea Watch ha presentato al Tar del Lazio un esposto di 40 pagine, evidentemente a bordo hanno tempo da impiegare per questo. Non sarà una Sea Watch qualunque a fermarci". Insomma il braccio di ferro tra il ministro degli Interni e l'ong prosegue e si fa sempre più acceso. Salvini ha criticato aspramente nei giorni scorsi la decisione di alcuni magistrati di dissequestrare la nave.

Di fatto rendendo così possibile la ripresa delle operazioni. Questa volta però con le nuove norme scatterebbe direttamente la confisca. Una differenza non da poco nella guerra a distanza tra il Viminale e la ong buonista.

Infine, Salvini dagli Stati Uniti spiega la sua gestione dei flussi migratori e guarda al futuro: "Possiamo aprirci a una immigrazione qualificata, fondata sul merito, sui titoli, sui numeri in relazione alle richieste del Paese ospitante, è un tema che approfondirò da domani al Viminale".

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