La sentinella per salvare i reni

Il livello di creatinina nel sangue rivela la nostra funzionalità depuratrice

«Molti sanno cosa è il colesterolo ed i danni che può provocare al nostro sistema cardiovascolare, pochi sono a conoscenza del significato clinico della creatinina e di ciò che rappresenta per il nostro sistema renale», afferma il professor Piergiorgio Messa, direttore da undici anni dell'unità di nefrologia del Policlinico Ca Granda di Milano, dove lavora un team di venti nefrologi.

Il reparto, ubicato presso il padiglione Croff ed il padiglione Litta, si occupa della diagnosi e terapia di nefropatie potenzialmente evolutive, avvalendosi delle tecniche più moderne di dialisi intra ed extra- corporea (dialisi peritoneale, emodialisi). Effettua inoltre il follow-up clinico e metabolico dei pazienti sottoposti a trapianto renale presso il centro trapianti del Policlinico e svolge attività ambulatoriale.

Nato nel 1951, il professor Messa, ha studiato all'università di Padova per poi specializzarsi in istituti nefrologici o Centri trapianti a Udine, Genova, La Spezia, oltre che all'estero. Autore di 270 pubblicazioni scientifiche, è stato relatore in 400 congressi. «Le malattie che possono portare all'insufficienza renale – afferma - sono numerose ed estremamente differenti l'una dall'altra. Alcune di queste riconoscono cause legate a risposte alterate del nostro apparato immunitario, altre difetti trasmessi geneticamente, malformazioni congenite urinarie, malattie tumorali o effetti tossici di farmaci o sostanze contenute nell'ambiente. Ma il ruolo causale di maggior peso è giocato dalle malattie metaboliche (prima di tutte il diabete) e dalle patologie cardio-vascolari (con l'ipertensione arteriosa in prima linea). Ed è all'incremento di queste ultime patologie, oltre che al prolungarsi della vita media, che va ascritto l'aumento dell'incidenza della malattia renale cronica che si manifesta spesso, dopo un percorso più o meno lungo, nell'insufficienza renale cronica, a cui si è assistito negli ultimi due decenni. Nel mondo occidentale si stima che dal 6 sino al 12% della popolazione possa avere un certo livello di malattia cronica, potenzialmente evolutiva verso l'insufficienza renale».

I progressi nel campo delle terapie sostitutive (dialisi e trapianto) sono state fondamentali, i problemi che rimangono ancora sostanzialmente irrisolti sono quelli della prevenzione e cura di tali malattie o del rallentamento o arresto della loro progressione verso l'insufficienza renale avanzata.

«Un ostacolo a risolvere o ridimensionare questi problemi – aggiunge il professor Messa - è rappresentato dalla frequente mancanza di sintomi specifici e riconoscibili nelle prime fasi di molte malattie renali, quando l' intervento terapeutico può essere più efficace. Nei prossimi decenni avremo ulteriori grandi progressi nell'ambito delle terapie sostitutive. Ma la vera chimera della nefrologia (come di tutta la medicina) è rappresentata dalla prevenzione, dalla possibilità di curare al loro esordio tutte le malattie. Al di là dei sogni (biologicamente irrealizzabili) è possibile sperare in nuove tipologie di intervento. Ciò potrà avvenire se sapremo riconoscere la malattia renale precocemente» . Solo nel 2004, grazie alla cooperazione promossa dalla American Kidney Foundation, si è giunti ad una classificazione su scala mondiale della malattia renale con esami sul filtrato glomerulare calcolato in base alla creatinina plasmatica, all'esame delle urine e all'ecografia.

Oggi la malattia renale cronica (MRC) è considerata dal Center for Disease Control and Prevention un problema di salute pubblica di prima grandezza, una priorità. Bisogna imparare a conoscere il valore della creatinina e dell'esame delle urine, sentinelle della funzione renale.

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