Si ferisce, ma i giudici le negano il risarcimento: "Aveva i tacchi a spillo"

Una donna di Lucca ha citato in giudizio una nota catena di supermercati, chiedendo un risarcimento per le spese mediche sostenute dopo essere caduta facendo la spesa, ma anche la Cassazione si è espressa a favore dell'azienda: a causare lo scivolone furono i tacchi a spillo che indossava

Si ferisce, ma i giudici le negano il risarcimento: "Aveva i tacchi a spillo"

Era scivolata all'improvviso mentre faceva la spesa, fra le corsie del supermercato dove si recava abitualmente. E al quale aveva fatto causa dopo l'episodio per le contusioni riportate, chiedendo a più riprese di essere risarcita. La giustizia si è però espressa in via definitiva a favore dell'azienda, proprio nelle scorse ore: a causare la rovinosa caduta non fu il pavimento scivoloso, ma furono al contrario i tacchi a spillo indossati dalla donna. Protagonista della curiosa vicenda che arriva dalla Toscana è una donna di origini lucchesi, che si è vista negare il risarcimento richiesto a seguito dell'incidente occorsole qualche anno fa in un supermarket situato nella provincia di Lucca.

Stando a quanto riportato dalla testata online Lucca in diretta, i fatti risalgono ad alcuni anni fa: la diretta interessata stava facendo compere come ogni mattina, quando perse l'equilibrio e scivolò sul pavimento, facendosi male. Non mancarono momenti di tensione, visto che nell'esercizio commerciale facente parte di una nota catena di alimentari giunse anche una volante della polizia. Uno scivolone che lei attribuì alle condizioni della pavimentazione, che a suo dire si presentava sdrucciolevole. Decise così di citare in giudizio la società che gestiva il punto vendita, chiedendo un indennizzo economico per compensare le spese mediche sostenute dopo il fattaccio. Il tutto, nonostante la controparte avesse fatto presente come le mattonelle fossero in quel momento asciutte e che il motivo della scivolata fosse piuttosto da ricercare nei tacchi a spillo che la donna indossava quel giorno.

E i magistrati si sono sempre espressi a favore di quest'ultima ricostruzione, in ogni grado di giudizio: sebbene la donna e alcuni testimoni presenti quel giorno avessero riferito della presenza di una serie di macchie giudicate particolarmente scivolose sul pavimento della corsia in questione, anche i giudici della suprema corte di Cassazione hanno ritenuto più credibile la testimonianza dei poliziotti accorsi pochi minuti dopo gli avvenimenti. L’unico segno di sporcizia riscontrato da questi ultimi si rivelò, per l’appunto, la striscia lasciata dal tacco. La colpa dell’accaduto quindi, come sostenuto dalla società convenuta fin dall’inizio, è da attribuire in primis alle calzature indossate dalla signora in quel frangente.

Di conseguenza, il ricorso presentato è stato respinto anche dagli ermellini. La donna aveva già perso la causa durante il secondo grado nel contenzioso in cui aveva trascinato il noto marchio di supermercati. Sperava evidentemente in un ribaltamento della sentenza, che tuttavia non c’è stato.

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