Coronavirus

Sei Regioni rischiano la zona gialla

Sono sei le Regioni che rischiano il passaggio in zona gialla. Ecco quali sono le nuove restrizioni

Sei Regioni rischiano la zona gialla

È la Sicilia la prima Regione a tornare in zona gialla. Questo è ciò che stabilisce l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo un'estate passata completamente in zona bianca, l'Italia torna dunque ad essere divisa per colori. E se per l'isola il cambio di colore da oggi è realtà, per altre sei tra Regioni e province autonome questo potrebbe diventare a breve molto più che una semplice ipotesi.

Calabria, Campania, Molise, Basilicata, provincia di Bolzano e in maniera più leggera il Piemonte rischiano a breve il passaggio di fascia, per lo meno stando a quanto sostenuto da Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone e membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche e riportato da La Stampa. I loro dati in merito a contagio e riempimento degli ospedali stanno aumentando notevolmente. Le uniche Regioni italiane dove i contagi sono in calo, al momento, sono Lazio e Valle d'Aosta. L'ultimo bollettino del ministero della Salute mostra come i nuovi casi di Covid emersi nelle ultime 24 ore siano stati 5.959 e i morti siano stati 37, per un totale di 129.093 persone dall'inizio della pandemia.

Le restrizioni

Rispetto allo scorso inverno le restrizioni che i cittadini dovranno rispettare, qualora la propria regione passi in zona gialla, saranno molto meno severe e limitanti. Innanzitutto, non è previsto alcun limite orario alla circolazione, dunque nessuno coprifuoco. Sarà possibile spostarsi tra regioni, anche senza il Green pass e si potranno raggiungere le seconde case fuori regione a prescindere del colore del territorio di provenienza e di quello di arrivo. Stesse regole della zona bianca anche per teatri, cinema, concerti e musei, ciò significa che è obbligatorio avere il Green pass. Gli obblighi che ci saranno sono: tenere la mascherina oltre che al chiuso anche all'aperto e il divieto per i ristoranti di fare tavoli con più di quattro persone ma sono ammesse deroghe qualora i commensali siano conviventi. Potranno non mettere la mascherina i bambini sotto i sei anni e chi sta praticando sport.

La scelta di non rendere possibilie le tavolate ai ristoranti durante la fine di questa stagione turistica è stata fermamente criticata dalla Coldiretti: "Una misura di sicurezza che pesa sugli incassi della ristorazione dopo le pesanti perdite subite per i lockdown". Anche perché i tavoli torneranno ad essere distanziati almeno un metro tra loro e ciò significa che diminuiranno necessariamente gli spazi disponibili.

Come sottolinea ancora la Coldiretti "l'impatto negativo si trasferisce a cascata sull'intera filiera con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole".

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