Bellissimi gli spot della Telecom grazie però più ai suoi strepitosi protagonisti che agli autori, un po’ svagati quanto a precisione storica. Del resto la «reclame», come si diceva una volta, riguarda una grande società che ha tra i suoi dirigenti Luca Luciani, autore della celeberrima gaffe su Napoleone vincitore a Waterloo. Così dopo aver anticipato di 41 anni la nascita di Leonardo, nel primo sketch della fortunata serie, nel dialogo con Dante, i creativi fanno parlare il mantovano Virgilio con un inaspettato accento toscano.
L’anno scorso la maggiore compagnia italiana di telefonia mobile e fissa, ha inaugurato una serie di spot dedicati ai grandi personaggi della storia italiana. L’esordio il 15 aprile con le avventure di Neri Marcorè nei panni di Leonardo da Vinci e con Marco Marzocca improbabile e incapace assistente. La Telecom tutta felice dell’idea spiegò in un comunicato che in questo modo si intendeva anche commemorare il grande inventore e artista toscano nei 600 anni dalla nascita, indicata così al 1411. Peccato che Leonardo da Vinci sia nato sì il 15 aprile, ma del 1452. Una gaffe del resto perfettamente in linea con le reminescenze storiche del giovane e rampante ex direttore generale Luciani che, qualche tempo prima, durante un suo intervento pubblico nella piana belga di Waterloo fece vincere Napoleone, per l’occasione ribatezzato «Napoletone».
Le avventure di Marcorè proseguirono poi nelle vesti di Cristoforo Colombo, scopritore di resort da sogno ai Caraibi, in quelli di Giulio Cesare, trafitto come un puntaspilli alle idi di marzo. Marzocca quando lo vede non riesce a trattenere un «ammazzalo», ricevendo come risposta «indelicato». E ancora Marco Polo e Garibaldi, afflitto da una madre, sempre Marzocca, che può telefonare a tariffa fissa in tutta Italia. «Ma l’Italia ancora non c’è ancora» le fa presente il figlio sentendosi rispondere «E tu falla a’ mamma».
Be’ nessuno pretende in contesti un po’ leggeri una pignola accuratezza storica, però qualche attenzione in più non avrebbe alterato il senso dello sketch. L’ultimo spot è stato come gli altri pensato dall’agenzia Santo, prodotto da Indiana e diretto niente meno che da Gabriele Muccino. Si vede Dante perso «nella selva oscura» che si lamenta in perfetto fiorentino, di non poter chiamare aiuto perché ha finito il credito del cellulare. Fino a quando dagli alberi spunta Virgilio che sempre ostentando un forte accento toscano gli indica la «diritta via», ovviamente cambiare gestore telefonico. Publio Virgilio Marone però non solo era nato in un paesino nei pressi di Mantova, il 15 ottobre del 70 avanti Cristo, ma non ebbe mai nella sua vita alcun rapporto con Firenze o la Toscana. Studiò infatti lettere greche e latine ma anche matematica e medicina prima a Cremona, poi a Milano e infine a Roma, dove trascorse gran parte della sua vita, dedicandosi a varie attività, tra le quali anche veterinario per i cavalli dell’imperatore Augusto. Morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. di ritorno da un viaggio in Grecia e fu sepolto a Napoli, sulla collina di Posillipo.
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