Taranto, blocchi e sciopero sospesi

Dopo le proteste dei giorni scorsi, nello stabilimento Ilva di Taranto il lavoro è ripreso questa mattina, sono stati rimossi i blocchi stradali ed è stata sospesa l’occupazione simbolica del municipio

Taranto, blocchi e sciopero sospesi

Dopo i blocchi e le proteste dei giorni scorsi, seguite alle ordinanze di sequestro della procura di Taranto, la situazione sembra essere tornata alla normalità. Infatti, nello stabilimento Ilva di Taranto il lavoro è ripreso questa mattina, sono stati rimossi i blocchi stradali ed è stata sospesa l’occupazione simbolica del municipio.

Il ricorso presentato dall’Ilva sul sequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento e sugli arresti domiciliari disposti nei confronti di 8 indagati, tra dirigenti ed ex dirigenti, sarà esaminato il 3 agosto dal tribunale del Riesame di Taranto. Per il 2 agosto è invece in programma una assemblea pubblica per i lavoratori che vogliono garanzie sul loro futuro in caso lo stabilimento venisse effettivamente chiuso.

Per quel giorno, i sindacati hanno proclamato 24 ore di sciopero e hanno chiesto un percorso sindacalmente condiviso, che "impegni azienda e istituzioni a realizzare gli investimenti necessari a coniugare le attività produttive, con tutela della salute e dell'ambiente interno ed esterno".

La decisione della magistratura tarantina è stata presa in base a una perizia epidemiologica consegnata al gip Patriazia
Todisco: si parla di 386 morti in 13 anni attribuibili all’inquinamento delle ciminiere, una percentuale di eccesso di mortalità per tumori allo stomaco fra gli operai del +107% negli anni 70-90.

"Chiudere le attività e bloccare gli impianti avrebbe un significato devastante per la situazione ambientale di Taranto", ha
detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Se il Tribunale del Riesame confermasse il sequestro per Clini "dovremo
affrontare la situazione dal punto di vista ambientale e sarà una soluzione delicata da gestire. Non voglio poi neppure
immaginare gli impatti sociali che ci sarebbero ed avremo effetti economici a catena a livello nazionale, perché le imprese dovranno ricorrere a fornitori diversi, tedeschi, francesi e polacchi".



Dal canto suo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha espresso preoccupazione per lo stabilimento e "per la
stessa vocazione industriale del Paese in un momento così delicato", mentre il presidente dell’Ilva Ferrante ha precisato:
"Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di lasciare Taranto, c’è una volontà precisa, determinata e forte di tutta la famiglia Riva e di tutto il gruppo di restare a Taranto e continuare a lavorare nell’impianto siderurgico di Taranto".

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