Torture su minori, psicoterapeuta a bimba: "Tu stuprata da tuo papà"

Urla e frasi spaventose per convincere la piccola di essere stata vittima di abusi da parte del padre

Torture su minori, psicoterapeuta a bimba: "Tu stuprata da tuo papà"

"Sei stata stuprata da tuo padre". La psicoterapeuta parlava così a una delle bambine, cui è stato fatto il lavaggio del cervello, per convincerla che subisse abusi dai genitori, così da farla dare in affidamento.

Emergono nuovi dettagli dall'inchiesta dei carabinieri, che questa mattina ha portato all'arresto di 18 persone, implicate in un sistema che rendeva centinaia di migliaia di euro, basate sulla falsificazione di relazioni e disegni dei bambini, per strapparli alle famiglie di origine e affidarli a persone amiche o conoscenti di medici, psicoterapeutici, assistenti sociali e politici.

Dalle indagini emerge che la psicoterapeuta "dichiarava sistematicamente alla minore che quest'ultima aveva subito comportamenti sessuali quando era piccola da parte di un uomo di cui lei si fidava e che si era approfittato di lei, con inequivocabili riferimenti al padre". La donna infatti insisteva spesso sulla necessità per la piccola di svuotare "scatoloni" presenti nella cantina dei propri ricordi, alcuni dei quali erano chiamati "papà" e "sesso". Il lavaggio del cervello, a detta del Gip, era continuo e insistente: la psicoterapeuta mirava a convincere non solo la bambina, ma anche i periti. La donna, inoltre, era riusicta a far credere alla minore che la madre "fosse una prostituta, che nessuno dei due genitori si era mai occupato di lei e che entrambi non sapessero alcunché delle sue esigenze e dei suoi desideri".

Ai periti venivano raccontati "sintomi dissociativi della bambina omettendo di riferire la sintomatologia a lei nota di epilessia dichiarava di aver osservato personalmente nella minore, durante le sedute di psicoterapia, comportamenti aggressivi e sessualizzati contrariamente al vero, trattandosi di circostanze riferitele dalle affidatarie".

Spesso, l'opera di convincimento passava anche attraverso urla e insistenze verbalmente aggressive, colpevolizzando la bambina e denigranfo le figure genitoriali: "incutevano

alla bambina la paura e il timore di casuali possibilità di incontro con i genitori, ordinandole di nascondersi all'interno dell'auto e di non frequentare determinati luoghi per evitare di essere vista dai genitori".

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