È ufficiale, il reddito anche a rom e clochard

Lo conferma Di Maio: soldi anche a chi sceglie di non integrarsi

È ufficiale, il reddito anche a rom e clochard

«Houston, abbiamo un problema», dicevano dalla navetta in orbita al centro di controllo a terra. E noi oggi potremmo parafrasare: «Caro Salvini, abbiamo un problema». Il problema è che al momento in Italia la legge è uguale per tutti, cosa non sempre vera nei fatti ma difficilmente aggirabile per vie politiche ufficiali. Per questo il reddito di cittadinanza approvato nei giorni scorsi dal governo dovrà essere erogato per forza lo ha confermato ieri Di Maio - anche ai rom, ai barboni e agli immigrati con almeno dieci anni di permanenza in Italia.

Le nostre tasse in generale e il taglio delle pensioni ai nostri anziani finiranno quindi per mantenere cittadini che in molti casi scelgono liberamente di vivere ai margini della società e che spesso campano di furbizie e illegalità. Ne hanno diritto, e non può essere diversamente, esattamente alla pari dell'operaio disoccupato suo malgrado e del giovane volonteroso che non trova sbocchi occupazionali. Probabilmente ne avranno più facile accesso, nel senso che per questa tipologia di cittadini sarà semplice dimostrare la loro nullatenenza e indigenza, essendo per lo più sconosciuti al fisco. In teoria è possibile che la zingarella rom a cui la famiglia ha negato studi, instradandola su altre vie, faccia tesoro del reddito di cittadinanza e cambi vita. Ma è più facile pensare che la stessa del reddito ne faccia tesoro, punto. Cioè che aggiunga assistenza pubblica alla sussistenza privata che si procura in proprio. E secondo voi il senzatetto per vocazione userà il reddito per rientrare nel circuito produttivo o per rendere un po' meno scomoda la sua scelta di emarginarsi?

Ognuno può fare le valutazioni che meglio crede, ma il rischio di allargare invece che stringere la forbice dell'ingiustizia sociale è oggettivo e davvero alto. Che per di più questo avvenga con la benedizione della Lega è un paradosso della storia e della politica.

Partire dalle «ruspe» e arrivare a 780 euro per tutti è difficile da spiegare anche a chi oggi ti bacia la mano. Né regge la scusa che «è roba dei Cinque Stelle», perché senza il voto della Lega questa cosa non passerebbe.

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