Dopo trentacinque anni parola fine sulla strage di Ustica? Ancora presto per dirlo. Intanto dobbiamo registrare che la Corte d’appello di Palermo ha confernato la sentenza del Tribunale civile e ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento dei danni in favore di 13 delle 81 vittime del DC-9 Itavia caduto a Ustica il 27 giugno del 1980. Secondo i giudici, che hanno ribadito le tesi del primo grado e non hanno invece accolto quelle dell’Avvocatura dello Stato, l’aereo fu abbattuto in uno scenario di guerra, con ogni probabilità da un missile.
Quanto avvenne nei cieli è da addebitarsi, dunque, a un missile lanciato contro il Dc-9 da un altro aereo che intersecò la rotta del volo Itavia. Escluse le ipotesi alternative della bomba collocata a bordo o del cedimento strutturale. Confermata la responsabilità dei due ministeri per non aver assicurato adeguate condizioni di sicurezza al volo. Dichiarata la prescrizione al risarcimento da depistaggio per intervenuto decorso del termine quinquennale. Confermato il risarcimento da fatto illecito rinviando all’udienza del 7 ottobre 2015 per l’esatta quantificazione del danno.
"Con queste quattro sentenze - commenta l’avvocato Daniele Osnato - la Corte di Appello di Palermo ha definitivamente chiuso, in punto di fatto, la vicenda giudiziaria identificando, al di sopra di ogni dubbio, che il Dc-9 sia stato abbattuto da un missile. Ogni contraria ipotesi è stata vagliata ed esclusa, compresa quella della bomba. Con buona pace di chi, ancora a distanza di 35 anni dal tragico evento, prosegue con informazioni deviate ed ipotesi del tutto prive di fondatezza.
La verità processuale - sempre secondo il legale dei familiari delle vittime - coincide in questo caso con la realtà degli eventi e cioè che quella sera il Dc-9 dell’Itavia è stato abbattuto in un atto di guerra non dichiarata ad opera di un missile non identificato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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