Coronavirus

L'ultima promessa di Speranza. ​C'è la data per il primo vaccino

I dati all'Agenzia europea del farmaco riguardanti il vaccino europeo slittano di 2 settimane

L'ultima promessa di Speranza. ​C'è la data per il primo vaccino

Con la Befana, il 6 gennaio in Italia potrebbe arrivare anche il tanto atteso vaccino. I Paesi europei starebbero infatti pensando a un V-Day per i primi giorni dell’anno nuovo.

La Befana porterà il vaccino. Forse

Il ministro della Salute Roberto Speranza, a La Stampa ha tenuto a dire: “Se come auspico si deciderà di partire tutti insieme noi siamo certamente pronti a farlo già per la prima settimana del nuovo anno”. Anche il commissario Domenico Arcuri sarebbe sulla stessa lunghezza d’onda, precisando che, “se come da accordi sottoscritti con tutti i Paesi europei Pfizer consegnerà già ai primi dell'anno le dosi, noi siamo pronti. Abbiamo siringhe e diluenti, oltre che gli elenchi dei 570mila anziani e operatori delle Rsa che raggiungeremo con le unità mobili. Che a loro volta partiranno dai 277 ospedali di riferimento nei quali si vaccineranno anche un milione e 400mila sanitari”. Il bando per assumere 3mila medici e 12mila infermieri vaccinatori a tempo determinato è stato lanciato ieri dallo stesso Arcuri. Chi sarà interessato potrà spedire la propria candidatura dal 16 dicembre direttamente al sito del governo.

La decisione dell’Europa di accelerare potrebbe aver messo in crisi il piano vaccinale del nostro Paese, dato che l’inizio delle vaccinazioni era stato programmato per il 23 gennaio. Una data vera e propria ancora non c’è e tutti i leader europei stanno lavorando per arrivare a un vaccino day comune, tra le possibili scelte il 4, il 5 e il 7 gennaio, in modo da evitare giorni ancora di festa. Le incognite però sono ancora tante, sia in Italia che nel resto d’Europa. Intanto il vaccino europeo Oxford-AstraZeneca-Irbm , quello maggiormente gettonato, per il quale l’Italia dovrebbe ricevere 40 milioni e 380mila dosi, così da poter vaccinare più di 20 milioni di italiani, è in ritardo. E, lo ricordiamo, come per gli altri, le somministrazioni sono due e avverranno a distanza di un mese l’una dall’altra. In teoria era stato detto che il dossier finale con all’interno i 6 milioni di dati sarebbe stato inviato all’agenzia europea del farmaco alla fine di questa settimana. Invece slitterà tutto di almeno quindici giorni, come ha fatto sapere Piero Di Lorenzo, amministratore delegato di Irbm. Se ne riparlerà quindi dopo Natale.

Richieste ulteriori indagini

La Food and Drug Administration, l’Agenzia per gli alimenti e i medicinali americana, ha però chiesto una ulteriore indagine al trio, al fine di riuscire a capire perché, su 30mila volontari, 2.800 sono risultati protetti al 90% con sola mezza dose di vaccino, mentre per la maggior parte che ha ricevuto l’intera dose la protezione è stata del 62%. Secondo la Fda l’ulteriore richiesta è data dal fatto che in America possono essere adottati solo farmaci la cui sperimentazione è avvenuta all’interno dei confini. In questo caso i 2.800 erano tutti britannici. Anche l’Agenzia europea per i medicinali potrebbe chiedere di aumentare la sperimentazione con minor dose di vaccino. Un quarto delle sperimentazioni dovranno riguardare over65, diabetici e soggetti cardiopatici.

Da quanto si legge nello studio del vaccino AstraZeneca pubblicato sulla rivista Lancet, tra i famosi 2.800 non vi era neanche un over55. Iniziare adesso sperimenti anche sugli anziani con questo basso dosaggio potrebbe voler dire ritardare di mesi. E mandare a ramengo l’intero piano vaccinale europeo. Senza poter contare sul vaccino Astra-Zeneca, l’Italia potrebbe arrivare a vaccinare 6,6 milioni di persone, considerando il personale sanitario e gli over80. Per coloro che si trovano invece in una fascia di età tra i 60 e i 79 anni e per quelli che hanno più di una patologia cronica sarebbe tutto rimandato tra maggio e agosto. Ciò se tutto dovesse andare come calcolato dal commissario Arcuri, con 10 milioni di dosi del vaccino Moderna 14,8 milioni di quello di Johnson & Johnson. Quest’ultimo però ha iniziato adesso la terza fase di sperimentazione sull’uomo. Insomma, il vaccino sarà magari portato dalla Befana, ma quasi tutti gli italiani lo riceveranno probabilmente dopo l’estate.

Accontentiamoci prima del carbone.

Commenti