Vatileaks2, mons. Balda ammette: "Ho passato documenti ai giornalisti"

Lucio Angel Vallejo Balda
Lucio Angel Vallejo Balda

"Sì, ho passato documenti ai giornalisti". Per la prima volta mons. Lucio Vallejo Balda ammette di essere il "corvo" durante l'udienza per il processo Vatileaks 2.

"Ha dato a Nuzzi l'elenco di 5 pagine con 87 password della sua mail alla Commissione Cosea?", hanno chiesto i promotori di giustizia, "Sì, ma avevo la netta sensazione che le possedesse già", ha risposto Balda parlando di un clima di pressioni e condizionamenti che dopo il termine dei lavori Cosea subiva da Francesca Chaouqui. In particolare, Balda dice di temere la donna anche perché "lei mi aveva detto di essere il numero due dei servizi segreti italiani" e perché credeva di essere controllato.

"Non avevo la certezza giuridica, nè le prove, ma la certezza morale che Francesca avesse altri interessi, non completamente legittimi", ha raccontato il monsignore, "Secondo me dietro Chaouqui c'era un mondo pericoloso. E il giornalista Fittipaldi mi disse: ma guarda che in questo mondo c'è anche Nuzzi".

Nel lungo interrogatorio che continuerà domani, Balda ha parlato anche della famigerata notte in cui in un albergo a Firenze la Chaouqui gli si sarebbe presentata in camera e l'episodio del dicembre 2014, quando "Francesca si sentiva esclusa dal poter continuare il suo lavoro in Vaticano": "Durante una conversazione davanti a Casa Santa Marta mi disse: L'unico aiuto possibile può essere la mafia", ha raccontato il prelato spagnolo.

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