Coronavirus

Dal Veneto alla Campania: la mappa dei focolai che fanno paura

Numerosi i focolai di coronavirus segnalati da nord a sud. Attenzione alta in Toscana, con tre cluster in ambito familiare, ed Emilia-Romagna

Dal Veneto alla Campania: la mappa dei focolai che fanno paura

Ottimismo sì ma anche tanta cautela. L’emergenza coronavirus non è un incubo lasciato per sempre alle nostre spalle e tutti i cittadini sono invitati a seguire con attenzione le regole emesse dalle autorità per evitare che in Italia si diffonda di nuovo l’epidemia. Negli ultimi giorni nel nostro Paese si sono registrati nuovi focolai e un trend in crescita dei contagi. La situazione è costantemente monitorata: sotto i riflettori ora non ci sono più solo la Lombardia e Veneto, Regioni pesantemente colpite da Covid-19, ma anche Emilia-Romagna e Toscana.

Non si tratta più solo della vicenda del manager vicentino in trasferta in Serbia che ha fatto finite in isolamento oltre cento persone per aver preso parte a feste e aver frequentato locali. Oggi si segnalano casi importati o di ritorno. Infezioni fatte arrivare in Italia da persone che si sono recate all'estero, nei Paesi dove la pandemia è nel pieno. Non si può parlare di seconda ondata. Forse questa è la "fase 2" anche del coronavirus. Focolai relativamente piccoli ma diffusi un po’ in tutta la penisola che metteno a dura prova le capacità reattive dei dipartimenti di prevenzione delle Asl.

Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l’emergenza coronavirus, non nasconde la preoccupazione: "Il problema dell'importazione di casi contratti all'estero c'è. Se il sistema è efficiente ed è capace di identificare almeno il 70% dei focolai, il rischio di una nuova emergenza è però moderato. Il tracciamento è l'unica azione efficace. Finora ha funzionato". Nessuno si era illuso che Covid fosse scomparso in modo definitivo. Il fenomeno era atteso ma fa comunque paura perché qualcosa può sfuggire creando le condizioni per una avanzata dell’infezione. Nell'ultimo rapporto sulla situazione epidemica, il ministero ha spiegato: "È necessario mantenere elevata la resilienza sul territorio, continuare a rafforzare la consapevolezza e l'aderenza della popolazione, realizzare ricerca attiva e accertamento diagnostico, isolamento dei casi confermati, quarantena dei contatti stretti. Azioni fondamentali per controllare la trasmissione, identificare e fronteggiare recrudescenze epidemiche".

Intanto il coronavirus avanza. In Toscana nelle ultime due settimane sono stati registrati tre cluster in ambito familiare. Tra Firenze, Arezzo e le località costiere sono stati identificate 18 persone, in prevalenza peruviani e cingalesi, che si sono contagiati all'interno delle proprie abitazioni, dove spesso c’è un vivono numerose persone. Il governatore Rossi ha firmato una nuova ordinanza affinché i sindaci adottino provvedimenti per eliminare eventuali sovraffollamenti con l'utilizzo dell'albergo sanitario.

In Emilia-Romagna ci sono 117 positivi e 2 ricoverati in una nota ditta di spedizioni. Preoccupa anche il focolaio emerso in una azienda agricola che si trova nelle campagne a nord di Ravenna: in questo caso ci sono 13 braccianti agricoli del Bangladesh contagiati, seppur asintomatici, che vivono nella stessa casa. Gli immigrati erano rientrati in Italia nei giorni scorsi con un volo atterrato a Roma Fiumicino. Poi sono stati riscontrati altri nove contagi, sempre persone originarie del Bangladesh, residenti tra i comuni di Ravenna e di Cervia.

Nel Lazio, su 31 nuovi positivi, 14 sono stati registrati a Roma. L'aumento sarebbe legato a principalmente a casi di importazione. Si segnala, però, anche un abbassamento anche dell'età delle persone colpite. Tra i casi della Capitale ci sono due dipendenti del World Food Program di rientro dalla Somalia, risultati positivi e sintomatici e segnalati da un medico delle Nazioni Unite.

Cluster anche a Trieste, dove al momento sono otto le persone collegate tra loro e trovate positive al Covid. Dei nuovi malati, quattro lavorano nell'import-export e potrebbero avere avuto contatti con persone provenienti dall'estero. Gli altri quattro sono invece loro familiari. Numeri significativi dopo diversi giorni a zero contagi. Il vice governatore friulano Riccardi ha sottolineato che "nell'ultima settimana si sono verificati tre casi che hanno avuto origine in altri Paesi: questo è un problema che intendiamo monitorare. Ma intendiamo anche far comprendere come il confine può rappresentare un problema".

Quattro gli altoatesini positivi, e ora in isolamento: tutti rientravano dall’estero. A Predazzo, comune del Trentino, un kosovaro di ritorno dal suo Paese ha contagiato altre sette persone. Si registrano piccoli focolai nelle province di Mantova, Padova e Belluno mentre in Sicilia, invece, i nuovi positivi sono a Noto e Agrigento: immigrati appena sbarcati dalle navi che li avevano prelevati al largo dell'Africa. Attenzione alta in Campania dove è stato appena spento il focolaio di Mondragone, nel Casertano, che ha prodotto 73 positivi. Qui circa 700 abitanti in prevalenza braccianti bulgari sono stati messi in quarantena.

Ma la decisione aveva provocato tensione in città.

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