Coronavirus

Covid, guerriglia tra rom e italiani a Mondragone: lanci di sassi e sedie

A Mondragone positive 46 persone. Lancio di sassi, i bulgari tentano di forzare il blocco: "Atto di insubordinazione"

Covid, guerriglia tra rom e italiani a Mondragone: lanci di sassi e sedie

Che la tensione fosse nell'aria si era capito già nei giorni scorsi, quando Mondragone ha dovuto iniziare a fare i conti con il focolaio di coronavirus nelle palazzine dell'ex Cirio. Da lunedì scorso l'area è stata dichiarata dalla Regione Campania una mini zona rossa, che coinvolge circa 700 persone di diversa nazionalità e in maggioranza bulgari di etnia rom. Ma mentre i tamponi a poco a poco rivelavano l'entità del focolaio (per ora i positivi sono 49), nel quartiere montava la polemica. Da una parte i cittadini di modragone, che protestano contro il degrado. Dall'altra i bulgari coinvolti dal lockdown. Le tensioni sono esplose stamattina. Con proteste su entrambi i fronti.

Intorno alle 11 un gruppo di bulgari residenti in uno dei cinque palazzi del complesso scende in strada tentando di forzare il blocco. Dopo alcuni momenti di tensione, polizia e carabinieri riescono a riportare gli stranieri all'interno dei confini dell'area off limits. Ma la "rivolta" dei bulgari (guarda qui il video) diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. I cittadini di Mondragone si ritrovano infatti ad uno dei varchi di accesso degli ex palazzi Cirio per un presidio di protesta. "Sono dieci anni che abbiamo questa situazione e nessuno ha mai preso provvedimenti", dice un residente. "Abbiamo paura di loro, i bambini hanno paura", replica un altro. E ancora: "Se ne devono andare, sono una mina vagante".

Il timore dei residenti è che le persone infette possano spezzare il cordone sanitario e diffondere il contagio nel resto della città. Già ieri, infatti, erano trapelate sui giornali alcune notizie sulle fughe di persone dai check point. "Tre braccianti e altri 5 residenti sono stati intercettati dalle forze dell’ordine", scriveva il Mattino. Sui social sono circolati molti video realizzati dagli stessi cittadini. Oggi, invece, quattro persone sono mancate all'appello: qualcuno tra i positivi, che questa mattina dovevano essere trasferiti al Covid Hospital di Maddaloni, è infatti sparito.

La tensione monta nel corso delle ore ed esplode in tutta la sua virulenza a metà pomeriggio, quando le due fazioni rischiano di arrivare a contatto. Un gruppo di cittadini italiani, che sta presidiando l'ingresso della zona rossa ha strappato targhe di auto bulgare e le ha mostrate come fossero trofei. Immediata è arrivata la risposta degli stranieri: uno dei residenti in quarantena ha preso una sedia e l'ha lanciata contro i manifestanti. Che a quel punto hanno risposto lanciando sassi contro le auto parcheggiate e distrutto vetri. Alcuni hanno anche provato a sfondare il cordone di forze dell'ordine per entrare in contatto con una persona che inveiva contro di loro.

Il racconto della rivolta dei bulgari l'ha fatto anche il sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico. "Questa mattina ho assistito personalmente a un inaccettabile atto di insubordinazione di oltre cinquanta cittadini, stranieri e non, i quali uscendo dalle rispettive abitazioni e violando di fatto il cordone sanitario, concretizzavano un gravissimo atto di insubordinazione rispetto ai precetti dell'ordinanza regionale, creando panico e paura nella cittadinanza", ha detto. "La cittadinanza ha dovuto assistere all'impotenza delle poche forze dell'ordine presenti". Il sindaco ha chiesto l'intervento urgente del prefetto affinché possa essere adottata ogni misura e azione al fine di ripristinare la legalità e l'ordine pubblico clamorosamente violato questa mattina". Stando a quanto dichiarato dal governatore Vincenzo De Luca, dopo una telefonata con Luciana Lamorgese, il ministero dell'Interno ha "annunciato l'arrivo di un contingente dell'Esercito".

Le polemiche politiche

Sul caso è subito divampata la polemica politica. Matteo Salvini è andato all'attacco di De Luca ("tante parole ma zero fatti"), mentre il governatore rivendica di aver "agito in tempi immediati". Il capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale e candidato presidente, Stefano Caldoro, è stato chiaro: "La Regione Campania fa propaganda e non tutela la salute dei cittadini - ha detto - Ariano Irpino ieri e Mondragone oggi, due zone rosse abbandonate a loro stesse per gli errori della Regione e dell'unità di crisi. Così si mettono a rischio i cittadini e aumentano i contagi". Contro De Luca si è scagliato anche il presidente della Provincia di Caserta, secondo cui "a Mondragone c'è una bomba di carattere sociale, lo avevamo detto nei comitati provinciali. Non c'è coordinamento dalla Regione e dal Comune. E' una cosa gravissima". "De Luca si commenta da solo - ha detto Giorgio Magliocca - Come presidente della provincia ho partecipato al comitato per l'ordine la sicurezza e avevamo già segnalato la necessità di dare assistenza è una cosa vergognosa, lo avevamo detto giorni fa ma con la solita arroganza istituzionale ci è stato detto che non capivamo nulla. Invece è successo quello che avevamo detto. L'unica preoccupazione di De Luca è quella di rinchiudere le persone in casa, e non si preoccupa di garantire assistenza.

Certi provvedimenti restrittivi devono prevedere poi altri provvedimenti per far sì che quelle persone non creino altri problemi".

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