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Una "verifica" ai ministri impreparati

Una "verifica" ai ministri impreparati

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Una "verifica" ai ministri impreparati

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Nell'istituto onnicomprensivo di Palazzo Chigi si sta per celebrare una festicciola dopo i primi 100 giorni di scuola. Un party di Natale un po' mesto, per la verità. Un quadrimestre è volato via, ma nella classe II C (che sta per Conte, ovviamente) in pochi se la sentono di brindare. Agli indisciplinati alunni giallorossi, già in ansia da prestazione nelle Regioni in cui saranno messi alla prova per il «lavoro di gruppo», i voti fanno davvero paura. Alle urne però, mica solo in pagella. Grillini e democratici zoppicano soprattutto in matematica, perché quei maledetti conti della manovra continuano a non tornare: l'esercizio delle tasse non si risolve cambiando l'ordine degli addendi dalla sera alla mattina. Insufficienza piena anche in chimica, dato che diversi ministri hanno fatto scena muta quando gli è stata chiesta la formula dell'acciaio all'Ilva, mentre a nulla è servito dare la colpa ai capricci del professor Mittal. E pure in fisica nessuno è riuscito a dimostrare il teorema dell'aereo Alitalia che vola zavorrato dagli sprechi di denaro pubblico...

Visti i non certo brillanti risultati e l'alto rischio di bocciatura a fine anno da parte della temibile Commissione di membri esterni Ue, in molti stanno pensando di cambiare scuola o di lasciare addirittura gli studi in anticipo. Il preside Mattarella ha avvisato che non tollererà scopiazzature dai governi precedenti o altri trucchetti sottobanco, e che in caso di fallimento degli obiettivi bisognerà ripetere l'anno (e le elezioni). E così dalla prima fila del Pd si è levata la richiesta di un'altra possibilità: «Facciamo una verifica a gennaio», chiedono i secchioni della classe Zingaretti e Bettini, se poi nemmeno lì dovessero arrivare le «risposte» corrette allora tutti a casa. Il capoclasse Giuseppe Conte ha accettato l'idea di buon grado: «Più che di una verifica, si tratterà di un rilancio». Persino il gruppetto dei più discoli, capeggiato da Luigino Di Maio, grazie ad un adeguato «cronoprogramma», si è impegnato a recuperare il debito formativo.

Il fatto è che siamo stati tutti studenti, seppure non nelle aule ai piani alti della politica. Sappiamo bene che la verifica di gennaio è una vera manna quando a dicembre hai accumulato capitoli interi di studio arretrato. La prospettiva di dover affannarsi a recuperare può giusto turbare i sonni durante la lunga pausa natalizia, ma vuoi mettere con l'interrogazione a sorpresa che ti rovina del tutto le vacanze? Ma sì, diamo loro ancora tempo per imparare a memoria l'acronimo del Mes, ripetere quell'indigesto paragrafo sulla prescrizione, riaprire il libro di educazione civica alla pagina della legge elettorale. Ma ad un certo punto, quando si è impreparati in ogni materia, qualcuno deve andare dietro la lavagna...

Perché per l'Italia la ricreazione è finita da un pezzo.

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