Questa settimana escono film lunghi come King Kong, che fanno apprezzare A History of Violence di David Cronenberg perché è corto. In più il film ha il pregio d'aver brio e, a tratti, fantasia. Dopo la noia profonda di Spider, col quale aveva partecipato a un altro Festival di Cannes, quest'anno è come se Cronenberg tornasse agli albori. Girato in Canada, ambientato nell'Indiana, A History of Violence narra di due fratelli banditi: il cadetto (Viggo Mortensen) ha lasciato il maggiore (William Hurt) vent'anni prima, ma viene ritrovato in una cittadina di provincia, dopo che ha ucciso due rapinatori ed è così diventato un «eroe americano». Sorta di western contemporaneo che ne echeggia vari d'epoca, A History of Violence mescola comico, drammatico ed erotico: Maria Bello impersona la delusa moglie del barista Mortensen, ma ritrova ardori da luna di miele scoprendolo abile assassino.
Si vuole che i film da Festival abbiano un significato: si direbbe che quello scelto da Cronenberg sia evidente, ma certi registi amano confondere le piste: «Voglio far riflettere il pubblico: che si diverta nelle scene drammatiche, ma rifletta sulla violenza». E sui suoi pregi afrodisiaci.A HISTORY OF VIOLENCE (Canada-Usa, 2005) di David Cronenberg con Viggo Mortensen, William Hurt, Maria Bello. 90 minuti
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