Un crono da mito sulla scia dell'ovale dei record

Da Indianapolis a Le Mans Competizioni e circuiti sono un inno all'eccellenza Da portare anche al polso

Piero Evangelisti

e Fabrizio Rinversi

Indianapolis, Mille Miglia, Monza, Le Mans, Daytona: sono poche le competizioni automobilistiche che hanno raggiunto una fama tale da suscitare emozioni anche in chi non è appassionato di corse. Gare e circuiti che hanno prestato il loro nome a prodotti di tutti i tipi, molti senza ruote, trasferendo in essi una forte immagine di velocità e di affidabilità, doti indispensabili per percorrere senza interruzioni mille chilometri o resistere in pista per 24 ore come a Le Mans o a Daytona. Fra queste due competizioni c'è una forte differenza di età nata nel 1923 la prima, nel 1966 la seconda ma ciò non significa che la più giovane perda sul fronte della notorietà, perché già nel 1968, un anno dopo la vittoria dell'equipaggio Bandini-Amon su Ferrari alla 24 Ore, il nome Daytona venne dato, in onore a quella vittoria, alla Ferrari 365 Gtb. Costruito e inaugurato nel 1959 da Bill France, capostipite di una delle famiglie più note dell'automobilismo a stelle e strisce che controlla il popolarissimo Campionato Nascar, il Daytona International Speedway è un ovale imperfetto lungo circa quattro chilometri. Qui, nel periodo aureo del Campionato Sport Prototipi, fra gli anni '60 e '70, si sono alternate sul gradino più alto del podio Ford, Ferrari, Porsche e Lola, bolidi che vincevano grazie non soltanto alla potenza, ma soprattutto alla capacità di resistenza dei loro motori e dei piloti. Oggi la 24 Ore di Daytona fa parte delle Rolex Sport Car Series ed è una delle gare sullo Speedway Center con cadenza quasi settimanale, eventi che attraggono a Daytona Beach centinaia di migliaia di persone, e che competono, per popolarità, solo con il golf. Il legame tra il Rolex Cosmograph e Daytona è cominciato nel 1962, con l'esordio della corsa Daytona Continental, contestualmente alla quale Rolex divenne Official Timepiece del Daytona International Speedway e premio per il vincitore: una volta lanciato il Cosmograph, nel 1963, questo divenne naturalmente il modello prescelto per celebrare l'evento. E, così, nell'intorno del 1965, sui quadranti del Cosmograph, cominciò a comparire, inizialmente solo sugli esemplari destinati al mercato americano, la scritta «Daytona», per poi divenire, nel tempo, un connotato fisso del celeberrimo cronografo. Infine, nel 1992, Rolex è divenuto il Title Sponsor della 24 Ore di Daytona e la competizione è stata ribattezzata Rolex 24 At Daytona, nota come «The Rolex». L'ultimo «gioiello» della saga Cosmograph Daytona ha visto la luce quest'anno, ref.

116500 LN, certificato Cronometro Superlativo (precisione di +2/-2 s/d), in acciaio da 40 mm, calibro automatico di manifattura 4130, la cui principale novità è l'adozione della lunetta nera Cerachrom monoblocco incisa con la scala tachimetrica, a ricordare quella del modello risalente al 1965, con disco nero in plexiglas.

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