Csm: «La Forleo è andata oltre il ruolo di gip»

Alla toga milanese viene contestato di aver interferito nel lavoro della Procura che indagava sulle scalate bancarie

da Roma

Al Csm si mette male per Clementina Forleo. La prima commissione ha aggiunto una nuova contestazione al capitolo delle sue accuse: avrebbe «personalizzato le proprie funzioni nell’inchiesta sulle scalate bancarie, andando oltre il ruolo di gip». Interferendo, dunque, sul lavoro della Procura.
Per la Forleo sembra sempre più probabile il trasferimento d’ufficio: la commissione sarebbe orientata a riconoscere l’incompatibilità ambientale nell’ufficio milanese dove è entrata in rotta di collisione con diversi colleghi, mentre sarebbe ancora in discussione l’incompatibilità funzionale, cioè sull’incarico di giudice per le indagini preliminari.
Martedì prossimo la Forleo potrà difendersi davanti al Csm anche dalla nuova contestazione e probabilmente nella stessa giornata la commissione esprimerà il suo parere e lo trasmetterà al plenum, per la decisione finale.
Ad aggravare la posizione del gip milanese sarebbe stata l’audizione di uno dei due sostituti procuratori che si sono occupati dell’inchiesta sulle scalate bancarie, Luigi Orsi, che lunedì è stato ascoltato al Csm, assieme al procuratore di Milano Manlio Minale e all’altro pm interessato, Eugenio Fusco. «In seguito alle preoccupazioni manifestate dalla Forleo - avrebbe detto Orsi - su un possibile insabbiamento delle indagini Antonveneta-Bnl, le dissi che impegnavano severamente la Procura e che in prospettiva si potevano profilare richieste di misure cautelari e interdittive. Nelle settimane che seguirono la collega tornò a chiedermi se quelle richieste fossero pronte».
I colloqui e le telefonate della Forleo con Orsi sarebbero stati diversi e il pm milanese ne avrebbe già riferito alla Procura di Brescia, che indaga sulle pressioni denunciate dal gip. Per il Csm si tratterebbe di un’«interferenza» nell’attività della Procura, non consona alla terzietà di un gip che si doveva pronunciare proprio sulle richieste del Pm. «Nessuna scorrettezza - replica il difensore della Forleo, il neoprocuratore di Asti Maurizio Laudi -: La Forleo non ha mai esorbitato dal suo ruolo. E il suo rapporto con la Procura è stato lineare e corretto».
La procedura di trasferimento d’ufficio è iniziata il 4 dicembre, con l’accusa di aver fatto denunce pubbliche su intimidazioni da parte di soggetti istituzionali e interventi di «poteri forti» per fermare i procedimenti di cui si è occupata da gip, che sono rimaste «prive di riscontro» ma hanno creato «infondati allarmi» nella pubblica opinione.
Roberto Castelli, ex Guardasigilli e presidente dei senatori leghisti, dice che né lui né il suo partito hanno molta simpatia per la Forleo, ma aggiunge: «La vicenda di cui è vittima insegna una cosa: nella giustizia italiana chi osa toccare gli esimi esponenti della sinistra muore».

Questo caso, come quello De Magistris, per Castelli dimostrano che «certi vertici della magistratura sono organicamente funzionali alla sinistra». E per ovviare a situazioni simili ci vuole un accordo bipartisan per fare la riforma costituzionale che prevede una sezione disciplinare indipendente dal Csm.

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