Il ct fa 30 e si gode l’aggancio a Pozzo: «Sono felice»

«Non faccio il falso modesto: ho vinto un mondiale e sto ricostruendo una squadra. Qualcuno storce la bocca? Non mi interessa nulla»

nostro inviato a Lecce

Il terrore non paga. E viene smascherato con estrema facilità, specie se a spargerlo sono i giornali con un tam-tam che sembra prefigurare un clima da caccia alle streghe. Basta aspettare le 8 della sera, qui a Lecce, per capire che del famoso piano sicurezza, predisposto dalla questura, dello stadio blindato e del rischio invasione ultrà Italia, non c'è traccia alcuna. Arrivano dal Montenegro 150 tifosi, tutti dotati di visto, qualcuno riscuote il biglietto dalle mani di Dejan Savicevic, il presidente della neonata federcalcio, che ne distribuisce a piene mani nel pomeriggio, presso l'albergo scelto come ritiro dalla sua nazionale. Così si scopre che le famiglie di Lecce e dei dintorni, senza riuscire a riempire lo stadio illuminato a festa (predisposto un impianto di rinforzo dal comune) e dotato di un prato morbido, possono tranquillamente godersi lo spettacolo. Non solo, ma il pubblico più maturo e civile del Salento riesce a mettere la sordina anche ai fischi incivili riservati all'inno degli ospiti: gli applausi dello stadio intero danno l'idea del clima di Lecce. C’è soltanto un giovane 25enne che prova a «sporcare» la festa leccese esibendosi in un saluto romano durante l’Inno di Mameli: prontamente fermato dalla Digos e denunciato per apologia di fascismo. Qualche cedimento alla nota ostilità nei confronti di Bari e del tifo barese si esaurisce col coro destinato ad Antonio Matarrese, presidente della Lega calcio. Neanche uno striscione compare: forse si tratta di un record oppure di una riuscita azione di «prefiltraggio». Solo qualche tricolore. Se allude a qualcosa, al patriottismo o a sentimenti di destra, fatecelo sapere.
Appena Aquilani riscalda la serata, tenera di suo, comincia la ola del pubblico e il divertimento si spande nei diversi settori dello stadio.
A fine partita Marcello Lippi è raggiante: «Abbiamo giocato due partite in pochi giorni, ma abbiamo vinto bene. I ragazzi si sono allenati fantasticamente, una bella serata». Il Montenegro ha messo in difficoltà la sua Italia, e il ct non lo nega: «Ricordiamoci che loro sabato non hanno giocato. E poi hanno giocatori di grande tecnica, daranno problemi a tutti».

Con la vittoria, la ventesima in Nazionale, Marcello Lippi raggiunge Pozzo come risultati utili consecutivi, 30: «Ma più di tutto conta che queste partite hanno fruttato una vittoria nel campionato del mondo prima e un tentativo di ricostruzione della squadra poi. Se poi qualcuno storce la bocca non mi interessa». Un ultimo accenno allo striscione «No politica» esposto dai tifosi azzurri, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Lapidario il commento: «Sono assolutamente d’accordo».

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