Cuba scopre il computer e il microonde

da L’Avana

Con qualche decennio di ritardo sul resto del mondo, i cubani (o per meglio dire alcuni cubani) avranno la possibilità di acquistare beni tecnologici fino a ieri proibiti. Il presidente Raul Castro ha rimosso infatti le restrizioni vigenti sulla libera vendita di prodotti come computer, Dvd, forni a microonde, televisori tra 19 e 24 pollici, antifurti per auto e bici elettriche. Secondo il comunicato del governo questa liberalizzazione dei consumi è stata resa possibile dalla maggiore disponibilità di energia elettrica; ma la decisione ha anche, potenzialmente, dei risvolti in tema di libertà individuali.
Speranze che si è incaricato di soffocare il primo vicepresidente di Cuba, Josè Ramon Machado Ventura, un «vecchio arnese» del Partito comunista. L’unica «strada realista per il futuro di Cuba è continuare a migliorare il tenore di vita dei cittadini, ma sempre all’interno del socialismo», ha detto Machado Ventura in un discorso ripreso dalla stampa del regime.

Non sono mancate le esortazioni in stile «lacrime e sangue»: «Non bisogna sedersi e aspettare che gli altri agiscano - ha detto - ma imitare chi apporta ogni giorno sudore e intelligenza, senza chiedere nulla in cambio».

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