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La Cucinotta: «Che sfida trasformarmi in cattiva»

L’attrice con Lorenzo Crespi e Andrea Osvart è al centro della fiction «Pompei» che rievoca la storica eruzione

da Roma

Il titolo è di quelli che evocano, soprattutto nei patiti del kolossal d'annata, echi di grande e remoto spettacolo. Gli ultimi giorni di Pompei è stato infatti uno dei titoli più frequentati e di maggior successo dal cinema catastrofico, specialmente muto. Ma Pompei - rivisitazione moderna dello stesso soggetto, nella omonima fiction che domani e martedì andrà in onda su Raiuno - «non vuol essere solo un esempio attuale di spettacolo colossale - avverte il regista della miniserie, Giulio Base -. Quando mi hanno proposto la sceneggiatura ho riflettuto su di un fatto. Pompei è il sito archeologico più visitato al mondo. Cosa attrae milioni di persone ad ammirarlo? Il fatto, credo, che dietro quei cadaveri impietriti che tutti conosciamo ci sono stati uomini e donne veri così simili a noi».
Film catastrofico quindi, com'è lecito aspettarsi, ma anche storico e d'amore, questo Pompei, che prodotto da Rai Fiction e Lux Vide all'interno del ciclo Imperium (dopo Augusto, Nerone, San Pietro, e prima del conclusivo La caduta dell'impero romano) e interpretato da Lorenzo Crespi, Andrea Osvart, Massimo Venturiello e Maria Grazia Cucinotta, «mescola fra sé più generi - spiega il regista - compreso il racconto dello svilupparsi di una piccola comunità cristiana. La tragedia della città sepolta dalla lava del Vesuvio, infatti, si svolge appena quindici anni dopo la crocifissione di San Pietro». Fonti storiche scrupolose (dalle antiche testimonianze di Plinio il Vecchio alla consulenza conteporanea dei professori Giardina e Donati) e moltissimi effetti al computer, naturalmente, per ricreare il cataclisma della celebre eruzione. «Ci siamo serviti di centinaia di effetti digitali speciali, come mai forse finora in una miniserie italiana. Tanto da poter dire che ciò che il telespettatore vedrà è molto, molto vicino a ciò che videro gli stessi abitanti di Pompei».
Mentre il Vesuvio brontola e minaccia, i pompeiani vivono la loro vita di tutti i giorni. Matrone e soldati, nobili e schiavi: su tutto si staglia la storia d'amore tra Marco e Valeria, contretti a separarsi perché lui deve andare in guerra, e quindi ad inseguirsi perché il dramma incalza e fa di tutto per separarli. Fra i due una cattiva d'eccezione: «Ed è la prima volta che interpreto il ruolo della cattiva - considera Maria Grazia Cucinotta - la sfida per me è stata proprio questa. In pochi credevano che avrei potuto farcela. Mentre io mi sono divertita moltissimo a tirare fuori la parte peggiore di me. Ed è stata una sorpresa rivedermi sullo schermo tanto malvagia».

Altro obbiettivo di Pompei, secondo la produttrice, Matilde Bernabei, «è quello di dare un affresco storico. La tragedia di Pompei è infatti anche un simbolo del tramonto dell'impero romano, di cui è uno dei primi segnali».

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