Centocinquanta anni dalla nascita, settantacinque dalla morte. Cifre dotate di una certa estetica numerologica che sarebbero piaciute al Vate seduttore. Ecco perché quest'anno il compleanno di Gabriele d'Annunzio (a lui piaceva scriverlo così, con la D bassa), darà luogo a dei festeggiamenti davvero speciali. Un anno dannunziano al cui centro, ovviamente, c'è la fondazione del Vittoriale degli Italiani. Ecco che allora per raccontarcele nessuno è meglio del presidente della medesima, Giordano Bruno Guerri.
Buon compleanno Gabriele d'Annunzio?
«Sì, davvero quest'anno ci saranno un sacco di iniziative. La prima cerimonia sarà al Vittoriale il 2 marzo. Lo scultore Velasco Vitali regalerà al Vittoriale una muta di cani scolpiti da disporre vicino alla tomba di D'Annunzio e verrà riaperta quella parte del parco conosciuta come le Vallette in cui è compreso anche il Laghetto delle danze, bellissimo e a forma di violino. Presenteremo anche un autografo di D'Annunzio di 74 fogli che nessuno ha mai visto. È l'originale di un testo molto importante del 1907, ma per ora non voglio dire di più...».
E a teatro a partire dal 9 febbraio con il debutto a Chieti di Gabriele d'Annunzio, tra amori e battaglie ci sarà una sorta di Vate redivivo: Edoardo Sylos Labini.
«Sylos Labini ha avuto un idea brillante rielaborando profondamente un mio libro del 2008 dal titolo simile (D'Annunzio, l'amante guerriero). La buona riuscita teatrale è unicamente merito suo non voglio arrogarmi dei meriti che non ho. Edoardo davvero ha fatto un lavoro impressionante: in questi mesi si è letteralmente trasformato in D'Annunzio, sembra essere addirittura riuscito a diventare più basso... Riesce a riportare con vividezza sulla scena il rapporto tra il poeta e alcune delle donne che gli sono state più vicine».
E dal testo teatrale è stato tratto anche un fumetto che sarà dato in allegato con il Giornale. Che ne pensa?
«A D'Annunzio l'idea del fumetto sarebbe proprio piaciuta. Negli ultimi anni si era fatto costruire un cinema e guardava molto volentieri Braccio di Ferro. A parte gli scherzi io ho scritto l'introduzione alle tavole, sono uno dei modi più divertenti e pop di veicolare la cultura alta a tutti».
E le altre iniziative culturali più rilevanti di quest'anno?
«Beh, a D'Annunzio sarà dedicato il Salone del libro di Torino. È la prima volta che il salone viene dedicato a uno scrittore, ci sarà uno spazio D'Annunzio in cui esporremo una serie di testi autografi. A Pescara invece ci sarà il 12 marzo un convegno sulla modernità di D'Annunzio a cui parteciperà anche Galli Della Loggia. Sarà una delle giornate di studio più importanti degli ultimi anni. E poi ci saranno anche iniziative più ludiche».
Cioè?
«Nella settimana dannunziana di Pescara si cercherà di battere il record per la torta più grande del mondo. Il Vate era molto ghiotto di un tipico dolce abruzzese il parrozzo... Bene in suo onore alla presenza del giudice dei Guinnes dei primati cercheranno di preparare il parrozzo più grosso del mondo».
Un D'Annunzio goloso?
«Il 26 febbraio uscirà il mio nuovo libro per Mondadori: La mia vita carnale. Amori e passioni di Gabriele D'annunzio. Racconto molto della sua vita sessuale ma c'è tanto spazio per il cibo. Ho utilizzato molti documenti inediti del Vittoriale. Ho ritrovato migliaia di lettere dedicate a suor Intingola, al secolo Albina Bevecello. Era particolarmente brava con le frittate preferito erano le frittate e il poeta ne era golosissimo. Per le frittate venute bene le dava delle mance da 2mila lire... Ben prima che si cantasse: Se potessi avere, mille lire al mese. Lei però non la sedusse mai, è l'unica che si è salvata nel personale della casa. Era troppo grassoccia e forse troppo preziosa per rischiare di perderla».
Trattandosi di un grande seduttore la domanda sul sesso è inevitabile...
«Le leggende e le storielle, come quella del fatto che si fosse levare le costole, sono tutte baggianate. Aveva una sessualità piuttosto normale. Da giovane gli piacevano le donne mature e da vecchio gli piacevano le donne giovani. La vera differenza era data dal fatto che, come in moltissimi altri settori, aveva una grandissima energia e una grandissima capacità di convincimento e seduzione. Ha realizzato desideri molto diffusi con un'abbondanza sfrenata. Ma è tutto qui».
Ma perché D'Annunzio è ancora attuale?
«Si pensa spesso al D'annunzio decadente. Ma è un immagine sbagliata è stato un grandissimo innovatore, il vero futurista era lui. Lenin lo definì dopo l'impresa di Fiume: L'unico italiano capace di fare una rivoluzione. Ma non solo, ad esempio è stato un eccezionale uomo marketing... E non parlo solo di autopromozione. Ha inventato un sacco di pubblicità e di marchi. Molti di questi sono ancora in commercio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.