A voler vedere il mezzo bicchiere pieno, o meglio il mezzo litro nel serbatoio vuoto, c’è un effetto positivo, uno solo, del rincaro esagerato e sciagurato della benzina, che ha ormai il cambio alla pari col vino pregiato, un litro a un litro. È la mazzata, soprattutto a Sud, in provincia, all’abuso di automobile e al suo uso improprio come carrozzina da passeggio o per spostarsi solo di cento metri.
La Macchina era diventata il dio dei meridionali, nel senso di Aristotele: Motore Immobile. Le auto viaggiavano a uno all’ora per lo struscio con chiacchiera, fumata o musica buzzurra a tutto volume. Gambe atrofizzate, corpi a mezzo busto, perfino la parola sostituita dal clacson. Quante volte il traffico si bloccava perché un conducente si fermava a salutare un passante e ti guardavano male se in coda mostravi impazienza: «Ma non vedi che sto salutando un amico? ’Sto maleducato, a interrompere ’na conversazione ». Per molti a Sud l’auto era un mobile di prestigio, come la credenza del salotto, da lucidare, da esibire, da riempire di ninnoli, dove il parabrezza è come la cristalleria: per ripararla, meglio il restauratore che il carrozziere.
Ora, finalmente, con la benzina costosa, sta sorgendo un benefico ateismo verso il dio auto: il motore è spento, come la fede, e l’auto resta immobile in garage, in
attesa di assurgere in salotto come reperto glorioso di un’epoca passata. Il dio a quattro ruote ha fatto il miracolo: spegnendosi, ha restituito ai suoi credenti l'uso delle gambe.Lazzaro del Sud, alzati e cammina.
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