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L a rassegna stampa di ieri toglie ogni dubbio su quale sia, secondo i canoni del giornalismo italiano, l'evento culturale più importante del 2015: l'uscita di Ciao (Rizzoli), l'ennesimo saggio-memoir di Walter Veltroni, un commosso ricordo del padre. Il libro è più interessante dei suoi romanzi, non ci vuole molto del resto. Però non si direbbe un capolavoro tale da meritare un'anteprima a quotidiani unificati, pronti anche a schierare alcune firme di rilievo. La lieta novella è stata annunciata da Corriere della Sera , la Repubblica , La Stampa , Il Messaggero , l'Unità e il Fatto . Non ricordiamo di aver mai assistito a una simile parata: sarà un caso lampante di conformismo? Ma no, cosa andate a pensare. La mobilitazione generale risulta doverosa se pensiamo a quali scrittori venne accostato Veltroni ai tempi del suo «folgorante» romanzo La scoperta dell'alba . Pirandello, innanzi tutto. Ma anche Conrad, Tarkovskij, Borges, Chagall, Toulouse-Lautrec, Calvino, Leopardi, Henry James e McEwan. In Ciao non c'è solo la prosa, a questo punto da Premio Nobel, di Walter Veltroni, ma ci sono anche «succose» notizie come il centesimo addio definitivo alla politica dell'ex segretario del Partito democratico. Veltroni, in un passaggio, ammette con franchezza: «Ho cercato per tutta la vita di piacere agli altri. Ho cercato di farmi voler bene anche da chi mi era contro. Era un limite, per il lavoro che facevo». Voleva piacere a tutti. Gli elettori non hanno abboccato, infatti si sono tenuti alla larga. Invece l'intellighenzia si è innamorata ed ecco spiegate le paginate di ieri. A questo punto, secondo i giornaloni, due giganti si contendono il proscenio della cultura italiana. Accanto a Veltroni si staglia un altro gigante della letteratura e della filosofia: Eugenio Scalfari. Il fondatore de la Repubblica di recente ha pubblicato L'allegria, il pianto, la vita (Einaudi).

Secondo i recensori (de la Repubblica ), Scalfari «reinventa la forma dello Zibaldone» di Giacomo Leopardi ma ricorda anche Rilke, Montaigne, Rousseau, Keats, Shakespeare, Sterne. Ma all'estero lo sanno che qui in Italia stiamo rivivendo i fasti del Rinascimento?

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