Il cowboy Terence Hill si è perso tra le nuvole

L'attore torna sul piccolo schermo con A un passo dal cielo dove interpreta un personaggio che è davvero un suo doppio

Il cowboy Terence Hill si è perso tra le nuvole

Come dev'essere un eroe? Solido. Taciturno. Rassicurante. Di pochi ma rocciosi principi. E bello. Se poi sa anche andare a cavallo e piazzare micidiali (quanto innocui) knock-out, allora, è perfino simpatico. Inverosimile? Alzi la mano chi nega che queste non siano le qualità di un eroe come Terence Hill. «Il fatto è che io amo i personaggi positivi- si schermisce il cowboy all'italiana- e portatori di valori nei quali credo anch'io».

Ecco perché Pietro, la guardia forestale di Un passo dal cielo (al via domani su Raiuno la terza serie, dieci serate) assomiglia così tanto a Terence Hill. Perché, in realtà, Pietro è Terence Hill. Sì perché ormai la sua popolarità è tale da consentirgli il lusso di scegliere solo i ruoli che siano suoi alter-ego. E lui lo ammette: «È così. Dopo il successo internazionale di Don Matteo ricevevo proposte da tutto il mondo: Spagna, Germania, Francia. Abbondavano i poliziotti, gli investigatori, anche i preti naturalmente. Ma ce n'è voluto, prima di trovare quello che sentissi veramente affine al mio modo d'essere, di pensare. Stavo per cedere sulla storia di un pescatore. Poi arrivò la guardia forestale. E fece centro». Anche perché il tema della vita in mezzo alla natura è di quelli che fa breccia nel cuore dell'attore. «Il rispetto per l'ambiente. L'armoniosa fusione tra uomo e natura. L'amore per gli animali. Tutte cose in cui credo moltissimo. Esaltate dalla splendida ambientazione -San Candido e la Val Pusteria- che la produzione della Lux ha scelto, pur rischiando capitali e buona sorte: sono zone molto piovose, complesse per le riprese. Che difatti dovevano terminare a fine ottobre e si sono protratte fino al 17 novembre. Ma tutti quelli che vedono i suoi magnifici paesaggi dicono: “Che spettacolo, questa fiction!”».

Anche il carattere del forestale Pietro gli calza esattamente come un guanto. Persino nel suo essere ombroso e malinconico. Ci spiega «Questa è l'impressione che danno questi uomini. Forse perché vivono a lungo soli, immersi nei silenziosi orizzonti della natura. C'è poi la naturale discrezione della gente di quelle parti, cui noi aggiungiamo un alone di romanticismo, si capisce. Agli inizi il personaggio era tormentato dai sensi di colpa per la morte della moglie; ora s'è ammorbidito, nella scorsa serie stava perfino per innamorarsi. Peccato gli sceneggiatori gli abbiano fatto fuori la ragazza: un eroe non ha tempo da perdere, ha sempre qualcuno da salvare. Stavolta vivrà un rapporto speciale -solo platonico, ma bellissimo- con la bionda Natascha, una ragazza dell'Est che l'aiuterà nelle sue indagini». Eppure anche i cowboy sono esseri umani, proprio sul set di Un passo dal cielo ha avuto il primo incidente della sua carriera. Che racconta così «Monto in sella da sessant'anni. Mai avuto alcun problema. Ma stavolta un bizzarro cavallo di scena mi ha rifilato un calcio. Io non l'ho detto a nessuno, ho stretto i denti finché non hanno dovuto portarmi all'ospedale: osso incrinato e principio d'infezione. Riprese interrotte. Che vuole: ogni tanto anche gli eroi devono alzare le mani».

Ma i progetti di Terence Hill non si fermano a

Un passo dal cielo . Ha appena acquisito i diritti di un libro americano che trasformerà in film. La sua prima esperienza da regista, a 75 anni, per raccontare la storia di una ragazzina durante la Seconda guerra mondiale.

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