Che siate ammiratori di David Cronenberg o abbiate visto solo un suo film per caso, vi verrà da pensare che le sue paure emergano da un subconscio annegato da ossessioni, paradossi e demoni, tipo quello dello scarafaggio kafkiano, però preveggente e perverso. E invece, al giro di boa dei settant'anni, il regista di Videodrome , La mosca , Spider e Cosmopolis più d'ogni orrore teme la vecchiaia: «Tutto un Alzheimer, senilità e deambulatori, al suono di Accidenti, che peso per il sistema sanitario nazionale». Sarà per questo che, dopo l'ustionante Maps to The Stars , ha deciso di rinnovare energie creative e immagine con un debutto e consegnare al mondo il suo primo romanzo, Divorati (Bompiani, pagg. 352, euro 18,50, in uscita il 1 ottobre).
Dice che a concepirlo ci ha messo mezzo secolo, a partorirlo otto anni e vista complessità della trama verrebbe da credergli. Al centro un quartetto speculare via paradosso: la coppia Naomi, canadese, e Nathan, americano, due reporter superficialotti e giramondo che per disinvoltura digitale si trovano invischiati in crimini reali: mutilazioni omicide, traffico d'organi e sesso estremo. E poi un duo di mitologica ambiguità, Célestine e Aristide Arosteguy, libertini marxisti ultrasessantenni francesi idolatrati dagli studenti della Sorbona, la crème dello stereotipo intellò Rive Gauche: non fosse che lei viene ritrovata morta e cannibalizzata nel suo appartamento e si sospetta di lui, che intanto scompare. Intorno, vorticano malati terminali, chirurghi dell'Est che han fatto del trapianto clandestino uno stile di vita, neurologi-urologi inventori - o scopritori? - di malattie veneree e regimi comunisti che fanno la loro porca figura.
Ogni protagonista ha la sua compulsione erotica: sesso e omicidio nello stesso momento; sesso senile secondo le linee-guida di un porno ambientato in casa di riposo, titolo Assistenza agli anziani proibita: Volume 17 ; sesso di regime come filmati approvati dal Partito dei Lavoratori di Corea («Quindi si vedevano a profusione i seni contadini delle donne del villaggio, sempre mostrati in relazione con l'allattamento»); sesso-reportage, con la camera da letto «disseminata di penne e mozziconi di matita, testimonianza della nostra abitudine di scarabocchiare, in ogni momento del giorno o della notte appunti per futuri paper, articoli, lettere al direttore».
«La mia immaginazione non contiene orrore. Questo è un malinteso che sorge dai miei film. Prima di tutto io credo che i miei film siano divertenti», protesta Cronenberg nell'ultima intervista al Guardian in cui racconta Divorati .
In effetti la cifra del romanzo è quella del sarcasmo, dell'umorismo nero, del grottesco più che quella del «terrore filosofico» che contamina i suo capolavori più noti e tra le pagine si nascondono (auto)ritratti a chiave: il padre di David era libraio e giornalista e scriveva di true-crime e gli stessi arzilli e sartriani protagonisti di mezza età hanno un tocco diabolico che appartiene allo sguardo del regista. Naturalmente alla domanda più gettonata ha risposto già al Guardian : «Un film dal romanzo? Ci stanno pensando cinque produttori, ma io ho già dato: sarebbe come fare un remake di me stesso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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