In tempi di pesante crisi dei consumi, soprattutto culturali, la spending review colpisce anche le Biennali, le grandi mostre d'arte, gli enti lirici, le stagioni teatrali, e i festival letterari. E così, anche Mantova, alla sua sedicesima stagione, che comincia oggi, riduce leggermente il numero degli autori ospiti (questa volta saranno 290 gli scrittori presenti, mentre negli ultimi tre anni erano più di 400) e degli eventi: 320, contro quasi i 400 nel 2011. Sempre, comunque, un'offerta ricchissima, forse fin eccessiva per cinque giorni. Ecco allora una selezione del programma di Festivaletteratura ispirata, a suo modo, al celebre paradigma di Alberto Arbasino. Il quale, peraltro, a Mantova non ci sarà.
VENERATI MAESTRI Il festival si apre di fatto questa sera, con il poeta irlandese Seamus Heaney, uno dei veri premi Nobel viventi, un gigante che parla di Tradizione, di Terra, di Mito, dell'Uomo e dei suoi desideri. Un grande saggio. Poi, in absentia, si celebrerà Ezra Poud, l'intellettuale più fastidioso e meno presentabile del Novecento, evocato dalla figlia Mary de Rachewiltz: per la correttissima Mantova, un vero colpo di scena e di testa. E poi, una volta ascoltato Raffaele La Capria, sabato pomeriggio, che parlerà di sé parlando d'altro e parlando d'altro parlerà di sé, coi maestri, compreso Ermanno Olmi, abbiamo finito.
BRILLANTI PROMESSE Da seguire, tra gli esordienti, Karen Thompson Walker, californiana di San Diego, giovanissima e già editor della potentissima Simon&Schuster, autrice del romanzo pop-apocalittico L'età dei miracoli che mescola reale e surreale nella storia di una dodicenne alle prese con il rallentamento della Terra e sul quale in Italia la Mondadori punta moltissimo. Se ne parlerà. Per quanto riguarda casa nostra, invece, qualche nome da continuare a tener d'occhio: Francesco Targhetta, classe 1980, autore di un curioso romanzo in versi, Perciò veniamo bene nelle fotografie (Isbn); Giorgio Fontana, trent'anni e cinque libri alle spalle, attivissimo su web e carta; e Sandro Bonvissuto, laureato in filosofia all'Università La Sapienza e che da anni lavora nella trattoria «La Sagra del vino» a Roma, esordiente con i (bellissimi) racconti «carcerari» Dentro (Einaudi).
SOLITI NOTI Facce note, stranote e straviste, facce da festival e da trasmissioni televisive. Perfette per Mantova. Ad esempio: Michela Murgia, che in cinque giorni è a quattro incontri, e il suo nuovo romanzo s'intitola L'incontro. Poi Neri Marcorè, un habitué, di solito in coppia con Corrado Augias, quest'anno con Paolo Mieli. E poi Gherardo Colombo, Melania Mazzucco (tre presenze in un weekend) e Massimo Gramellini che a Mantova, tra oggi e sabato, parlerà per tre volte del suo libro Fai bei sogni. Un sogno. Poi, l'asse Repubblica-l'Espresso, amatissimo qui. Un incubo. Opinionisti, inviati, grandi firme: Natalia Aspesi, Miguel Gotor, Enrico Franceschini, Bruno Manfellotto, Susanna Nirenstein, Tito Boeri, Stefano Benni, Concita De Gregorio... Quest'anno manca Eugenio Scalfari. Strano.
GLI IMPERDIBILI Grande attesa per la scrittrice premio Nobel nel 1993, Toni Morrison, alla quale il presidente Obama ha recentemente conferito la «Medal Of Freedom», il più alto riconoscimento civile negli Usa, che qui presenterà il nuovo romanzo A casa (Frassinelli) sull'indissolubilità dei legami familiari. Poi Alberto Manguel, che comunque quando parla sembra sempre di ascoltare, almeno un po', Borges. Poi Stephen Greenblatt, storico e critico letterario, autore del libro Il manoscritto sul ritrovamento del De Rerum Natura con cui Rizzoli inaugura la nuova collana di saggistica «I Sestanti», sulla quale ieri Paolo Mieli, che ne è il direttore, ha fatto una breve - di due pagine - sul Corriere. Jon Kalman Stefansson, nuovo talento della letteratura islandese, col romanzo La tristezza degli angeli (Iperborea), la solita certezza David Lodge, che presenta Un uomo di fascino dedicato a H.G. Wells (Bompiani). L'ungherese Peter Nadas con il romanzo monstrum Libro di memorie (Dalai) del quale Susan Sontag ha scritto che è «Il più grande romanzo dei nostri tempi». E Nathan Englander, per il New Yorker uno dei venti migliori scrittori del XXI secolo e per Philip Roth «Un grande talento, capace di mescolare l'umorismo al dolore», detto dei racconti carveriani Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank, appena uscito da noi per Einaudi. E infine Aimee Bender, statunitense, classe '69, che, tra Einaudi e minimum fax, scrive sempre libri bellissimi, soprattutto racconti.
I PERDIBILI L'indiana Anita Nair, pure osannata per La ferocia del cuore (Guanda), un giallo «etnico» che racconta l'India di oggi. L'africano Ngugi wa Thiong'o, più volte candidato al Nobel, del quale è appena uscita l'autobiografia Sogni in tempo di guerra (Jaca Book). E Claudio Magris, anche lui più volte candidato al Nobel, notoriamente più efficace sulla pagina scritta che sul palco di un festival, che qui rifletterà in pubblico sul rapporto tra vita e finzione letteraria.
A RISCHIO E PERICOLO Il filosofo Edgar Morin che chiude il festival domenica sera con una prolusione su «Un nuova educazione per un umanesimo planetario» (sic). Licia Maglietta che, come Roberto Saviano, leggerà i versi della poetessa polacca Wislawa Szymborska (ma accompagnata dal pianoforte).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.