Lui, Sir Denis Mahon (1910-2011), è stato un grande storico dell'arte e collezionista inglese. Nella sua vita ha unito due qualità fondamentali per muoversi nel mercato dell'arte. La prima è l'intuito. Tra gli anni '30 e gli anni '50 ha capito il valore dell'arte barocca italiana quando era snobbata da tutti. La seconda qualità era l'agiatezza (derivata dall'essere discendente da una stirpe di ricchi banchieri irlandesi) che gli ha fornito il tempo e il denaro necessari per creare una delle più grandi collezioni del mondo di opere di quel periodo.
A queste ha poi unito la generosità. Ora infatti, come annunciato dal Guardian, questa inestimabile galleria di 57 capolavori verrà distribuita fra sei musei britannici: dalla National Gallery all'Art Gallery di Birmingham e la National Gallery scozzese. Un lascito valutato intorno ai 100 milioni di sterline (circa 115 milioni di euro) che conta opere di pregio indiscusso: di Guercino, Guido Reni e Luca Giordano.
Membro già in vita dell'Art Fund, Mahon (che è morto nel 2011) aveva prestato le opere della collezione alle grandi gallerie del Regno Unito, alle quali stanno per essere trasferite definitivamente. E la sua donazione è la più grande fatta da un privato negli ultimi 50 anni. E dimostra quanto possa essere decisivo il ruolo dei privati nella creazione di un «sistema dell'arte» in un Paese moderno.
Il lascito ai musei britannici prevede comunque precise condizioni: l'accesso ai capolavori deve essere gratuito e i quadri non possono essere messi in vendita dai nuovi proprietari. La National Gallery di Londra, sarà il principale beneficiario con 25 opere (alcune delle quali sono già in esposizione come il Rapimento di Europa di Guido Reni). Altre 12 opere vanno alla Ashmolean Gallery di Oxford (tra queste la Testa di anziano del Guercino). La Scottish National Gallery di Edimburgo ha otto opere, il Fitzwilliam Museum di Cambridge sei, il Birmingham Museums and Art Gallery cinque e la Temple Newsam House di Leeds una.
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