Ma rimarrà sempre l'ombra del passato (nascosto) da SS

La confessione nel 2006 fu uno choc per il mondo della cultura impegnata. Poi le critiche a Israele

Ma rimarrà sempre l'ombra del passato (nascosto) da SS

Un grande scrittore i cui libri rimarranno fondamentali per comprendere il '900, ma... Un intellettuale scomodo che non temeva di mettere «il dito nella piaga», ma... Un autore «necessario», il cui pensiero è stato fondamentale per la politica dell'Europa, ma...

Rimarrà sempre un «ma», appeso alla divisa di engagierter Intellektueller di Günter Grass.

Quando nell'agosto 2006, alla vigilia dell'uscita dell'autobiografia Sbucciando la cipolla , Grass, all'epoca 78enne, rivelò al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung di essersi arruolato volontario , diciassettenne, nelle Waffen-SS (divisione Frundsberg, la milizia speciale agli ordini di Heinrich Himmler, l'organizzatore dell'Olocausto), il mondo, non solo delle Lettere, rimase choccato. Le polemiche in Germania e all'estero durarono mesi. È vero: lo scrittore rendeva una confessione pubblica, liberandosi finalmente da un macigno che opprimeva la sua coscienza e quella di un'intera nazione connivente col nazismo. Ed è vero: lo scrittore spiegava l'errore con la giovanissima età. Ma l'ammissione, per quanto dolorosa, sembrò a molti tardiva e interessata. Tardiva, perché arrivava dopo più di 60 anni d'assoluto silenzio: sino ad allora si sapeva genericamente che Grass aveva militato nella Wermacht. Interessata, perché la confessione aveva solo anticipato quello che si sarebbe scoperto di lì a poco, con l'imminente apertura degli archivi sul nazismo della Stasi, poi passati sotto il controllo delle autorità della Germania riunificata.

Quando la bomba esplose, ci fu chi provò a «contestualizzare» la svastica al braccio con l'incoscienza dell'età e l'orrore dei tempi, chi come l'austriaco Peter Handke (che pure partecipò ai funerali del serbo Slobodan Milosevic) definì Grass «la vergogna della letteratura», chi chiese che restituisse il premio Nobel, e chi da lì in poi leggerà le sue feroci critiche ad Israele in chiave antisemita. Nel 2012, del resto, Grass fu dichiarato da Gerusalemme «persona non gradita» dopo una sua (brutta) poesia contro «la potenza nucleare d'Israele»: il ministro degli Interni Eli Yishai denunciò il tentativo dello scrittore di «infiammare l'odio contro il popolo di Israele e così portare avanti l'idea alla quale si era pubblicamente affiliato indossando in passato l'uniforme delle SS».

Di fatto, scoprire che l'Intellettuale Impegnato per antonomasia, l'esponente più puro della socialdemocrazia tedesca, la Coscienza radicale e immacolata, fino a quel momento, del progressismo europeo, il Grande Pacifista che si era battuto contro ogni guerra, dal Vietnam all'Iraq, il faro dell'opposizione anticapitalista e antiamericana, insomma, l'Eroe, aveva militato nelle SS, precipitò la cultura di sinistra nel silenzio e nell'imbarazzo, stretta fra il Günter Grass che confessava il proprio passato fedele alla svastica («Come membro della Hitlerjugend ero un giovane nazista. Non ero fanatico, ma riflettendo con lo sguardo alla Bandiera che, si diceva, valeva più della morte, restai nei ranghi, uso a “marciare al passo”») e il Günter Grass ipocrita che quando il cancelliere tedesco Helmut Kohl si recò con il presidente americano Ronald Reagan, il 5 maggio 1985, al cimitero militare di Bitburg dove erano sepolti anche 49 uomini delle Waffen-SS, criticò duramente la visita perché le SS erano truppe scelte del partito nazista. Kohl si limitò a rispondere ricordando che 32 dei 49 caduti erano giovanissimi: 17, 18, 19 anni, la stessa età di Grass al tempo della sua adesione all'ala fanatica del Reich.

E che, forse, potevano avere diritto alla benevolenza della memoria.

La stessa memoria che infarcisce e vivifica i grandi romanzi ma - come la Storia insegna - manca spesso ai loro autori, (cattivi) Maestri, intellettuali che vissero due volte, redenti e confessi.

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