Saggi, interviste e ricordi Ecco i nuovi documenti

«C he cosa vuol dire sinistra di questi tempi? Niente - meno di Niente. Tutta questa gente mi disgusta, tutti quanti, sono avidi di potere e non di verità». È sempre stato chiaro il pensiero di Louis-Ferdinand Céline che, dopo aver scritto un articolo per un giornale di destra, venne bersagliato da un'infinità di insulti e addirittura di minacce di morte. Un Céline inedito del 1933 che presentiamo qui, per la prima volta in Italia, in una lettera inviata all'amico Élie Faure, autore nel 1919-1921 di una importante Storia dell'arte . Tra le conseguenze del dirompente ingresso di Céline sulla ribalta letteraria, grazie al successo del suo primo libro-capolavoro Viaggio al termine della notte del 1932, una delle meno gradite al giovane medico e scrittore Louis-Ferdinand Destouches (vero cognome di Céline) fu il tentativo della sinistra francese (e in particolare di Louis Aragon e Jean-Paul Sartre) di arruolarlo nei propri ranghi, viste anche le tematiche «anti» del romanzo: antimilitariste, anticolonialiste, antiborghesi. Céline reagì con forza a questo tentativo di appropriazione militante. Circostanza che, da quel momento, gli scatenò contro tutta la critica di sinistra. Céline rivendicò la sua posizione in diverse occasioni, a partire da questa lettera. Pubblicata da Paul Dessanges nel 1963 e poi nei Cahiers de l'Herne a cura di Dominique de Roux, è ora tradotta per la prima volta nel libro a cura di Andrea Lombardi e Gilberto Tura Louis-Ferdinand Céline - Saggi, interviste, ricordi e lettere (in uscita a gennaio per le Edizioni Settimo Sigillo). Un saggio che raccoglie anche testimonianze, saggi, lettere e interviste di Céline ad oggi mai edite in italiano, insieme ad altri documenti ormai difficilmente reperibili.

In questa lettera, in particolare, Céline riflette sul ruolo dell'intellettuale moderno, sulla società contemporanea, sul rischio dell'estinzione dell'essere umano in un mondo sempre meno libero, anche se apparentemente democratico. Le accuse di collaborazionismo, per ora, sono di là a venire.

Twitter @gianpaoloserino

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