Un conto è creare un personaggio ben riuscito. Un conto è creare una mitologia, un universo parallelo dove tutto si tiene. E dopo averlo creato far sì che questo universo diventi uno specchio, in cui generazioni di lettori riescano a guardarsi. Questa palingenesi fumettistico-cinematografica è riuscita alla Marvel. I suoi super eroi hanno conosciuto svariate stagioni, più o meno fortunate, eppure da più di cinquant'anni (abbiamo scelto come data di riferimento quella del primo albo dei Fantastici quattro) continuano a raccontare, rendendolo affascinante e pop, quello che capita a noi umani. Ed anche a fornire, ai comuni mortali, quella dose di avventura che la letteratura alta ormai non ha più voglia di regalarci, infilando in mezzo all'azione un messaggio (va da sé superomistico e molto a stelle e strisce) che però non abbia la forma della predica. La triade che ha dato vita a questa nuova epica porta i nomi di Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko. Capirono che servivano dei supereroi diversi non solo forti, ma anche con dei super-problemi. Sfornarono uomini in calzamaglia che però vivevano nelle «vere» città americane (niente Gotham City o Metropolis). Eroi reietti, fragili, insicuri ma con un dono. Eroi con un caratteraccio, eroi patriottici ma anche super cattivi con un'anima. La novità non erano solo i nuovi personaggi ma l'intento di creare storie che li legassero gli uni agli altri, una realtà parallela che fosse radicata nel mondo reale. Per capire quanto sia riuscito questo progetto basta dare un'occhiata a Guida ai Supereroi, Marvel Volume 1 di Luca Barbieri e Gianluca Ferrari che arriverà in libreria martedì prossimo per i tipi di Odoya (20 euro, pagg. 560, con una prefazione di Giuseppe Guidi). Questo primo volume arriva sino alla lettera H e non racconta solo i singoli personaggi e la loro evoluzione quanto piuttosto li inserisce in un pantheon, chiarendo come mai siano riusciti ad avere successo in forma di divinità moderne. Qui ne abbiamo scelto qualcuno a titolo di esempio.
CAPITAN AMERICA Creato nel 1941 era il classico eroe della Golden Age dei fumetti. Come disse il disegnatore Jack Kirby: «creato con la sola prerogativa di trionfare sul male». Ovvero, nello specifico, di prendere a cazzotti Hitler in un milione di copie. Se fosse rimasto così sarebbe «morto» con la fine della Seconda guerra mondiale. E a poco servì trasformarlo in un picchiatore di comunisti. Legnoso ed eroico piaceva sempre meno. Stan Lee quando lo resuscitò per la Marvel invece lo rese umano. Divenne il «Cap», il cavaliere buono che rappresenta il cuore puro di una nazione, un soldato devoto che soffre per il suo Paese. E che spesso per il suo Paese le prende, combattendo anche contro chi è più forte di lui. Un uomo vecchio stile proiettato in un mondo più spietato e moderno. Caratteristiche archetipe che riescono a renderlo attuale anche nel XXI secolo. Infatti è ancora al cinema. E sono tanti gli eroi Marvel che pescano qualcosa dal suo carattere (compreso il suo clone per il mercato inglese, Captain Britain). Per molti americani è un simbolo quanto la statua della Libertà.
LA VEDOVA NERA Natasha Romanoff è l'ultima discendente degli Zar ed un ex agente del Kgb. Per i fumetti si tratta di un personaggio straordinariamente sfaccettato. Ha combattuto dalla parte dei cattivi, si porta dietro oscuri segreti. In un certo senso è poco super visto che, pur agilissima e versata nelle arti marziali, deve vedersela con tizi armati di corazze robotiche, semidei, giganti verdi... Eppure è uno dei personaggi più amati. Ai maschi piace in quanto bella. Alle femmine per il semplice motivo che è facile identificarsi con una signorina costretta a competere in un mondo di bestioni testosteronici e sempre pronti a sottovalutarla. Difficilmente il mito delle amazzoni avrebbe potuto trovare un'incarnazione più moderna.
CHARLES XAVIER Telepate e capo degli X-men. Unico caso di un supereroe sulla sedia a rotelle. Come in una tragedia greca: la sua mente può arrivare dappertutto, il suo corpo è irrimediabilmente bloccato. Si batte per il riconoscimento dei diritti dei mutanti ma difende anche i più fragili e normali homo sapiens. La diffusione del concetto di tolleranza nel mondo deve molto più a questo pensoso mutante, visto da milioni di persone nei fumetti e nei film, che a molti saggi impegnati che hanno avuto un centesimo dei lettori.
ANT-MAN È stato una delle «maschere» più fortunate della prima serie dei «Vendicatori». Scienziato geniale, dopo la morte della moglie uccisa dai servizi segreti comunisti, la sua personalità è andata a pezzi. Difficilmente incontrerete un supereroe più nevrotico e capace di picchi di rabbia e depressione (compreso un tentato suicidio). Il contraltare di tutto questo però è la genialità. Insomma è un eroe da Silicon Valley.
Nell'universo Marvel alla fine gli ha rubato la scena Iron Man - Tony Stark. Ha le stesse caratteristiche ma declinate in forma meno cupa e più spettacolosa e milionaria. Ma attenzione come altri personaggi Marvel potrebbe tornare alla grande.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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