Il sovrano libertino e la «Lady D» di Bisanzio

Nell'Anno del Signore 882 alla corte di Bisanzio si svolse un singolare concorso di bellezza. L'imperatore Basilio il Macedone aveva incaricato la moglie Eudocia Ingerina di trovare una sposa per il loro figlio Leone, associato al trono. Questo figlio diventerà poi Leone VI il Sapiente. Eudocia aveva sguinzagliato i funzionari imperiali per tutti i distretti dei romàioi («romani» in greco) alla ricerca di fanciulle insigni per natali, avvenenza e virtù. Lei stessa aveva provveduto a selezionare fra tutte le dodici a suo giudizio migliori. Queste - si dice - furono fatte accoccolare sul pavimento della sala del trono, scalze. Ognuna aveva i propri calzari non ai piedi ma davanti a sé: al segnale, dovevano scattare, allacciarsi le calzature e andare a eseguire la prescritta riverenza al futuro sposo. La prima che avesse vinto questa specie di corsetta sarebbe stata l'eletta. La vincitrice fu Teofano Martinakia, figlia di un nobile d'altissimo rango. La bellissima sposò Leone e divenne basilissa , ma poi morì e il basileus si risposò con Zoe Zautzina, la quale però non gli diede eredi. Non ne ebbe nemmeno dalla successiva, Eudocia Baiane. Toccò alla quarta e ultima, Zoe «dagli occhi neri», generare il futuro Costantino Porfirogenito.

Di queste vicende si occupa il libro del bizantinista Paolo Cesaretti Le quattro mogli dell'imperatore. Storia di Leone VI di Bisanzio e della sua corte (Mondadori, pagg. 180, euro 20). Teofano, «principessa triste» alla Diana Spencer, a differenza di questa non cercò di consolarsi dell'infelicità di non essere amata dal marito, ma preferì immergere la sua solitudine nelle pratiche della religione e negli atti di carità, tanto che la Chiesa orientale l'ha proclamata Santa. Teofano (cioè «apparizione di Dio») era stata lungamente desiderata dai suoi genitori, che la ottennero per intercessione della Theotokos (Madre di Dio) dopo anni e anni di implorazioni. La ragazza non tardò a rendersi conto dell'altra faccia della medaglia: Leone, quantunque appena sedicenne, aveva già dato il suo cuore (e il resto) a Zoe, figlia dell'alto funzionario Stiliano Zautzes. Leone sposò Teofano per ordine di suo padre, ma continuò a dividere il letto con l'altra. Teofano dapprima provò a conquistare il marito, poi, vista l'inutilità dei suoi sforzi, andò a lagnarsene col suocero. Basilio costrinse allora Zoe a sposare il nobile Teodoro Guzuniates e il figlio a dormire con la moglie. Fu così che Teofano concepì una femmina, Eudocia. Basilio morì nell'886 e la piccola Eudocia lo seguì qualche anno dopo.

A quel punto Leone non aveva più alcun motivo per non portare alla luce la relazione (mai troncata) con Zoe, rimasta nel frattempo vedova. Al Teofano non rimase che entrare nell'ombra pur dentro il palazzo imperiale. Condusse una vita da monaca, dedita alla penitenza e alle provvidenze per i poveri, e fu il suo direttore spirituale, Eutimio (poi patriarca di Costantinopoli dal 907 al 912) a impedirle di fare un favore all'imperatore andando e rinchiudersi in un monastero. A Leone non sarebbe parso vero: se la moglie avesse preso il velo il matrimonio sarebbe stato considerato sciolto e lui avrebbe potuto finalmente impalmare Zoe. Eutimio cercò di farlo rinsavire, ma non ci riuscì mai. Ci riuscì la morte della «principessa triste», a soli trent'anni, nell'893. Leone volle che fosse sepolta con tutti gli onori nella chiesa dei SS. Apostoli.

E, quando si sparse la fama dei miracoli che si lucravano sulla tomba dell'«imperatrice malinconica», fece erigere in suo onore la chiesa di Tutti i Santi. La Chiesa orientale commemora santa Teofano al 16 dicembre. Ah, naturalmente Leone VI il Sapiente sposò la sua Zoe.

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