L’unico dubbio riguarda Silvio Berlusconi. La sua presenza ufficialmente non è prevista, ma, visto che abita proprio di fronte, gli organizzatori sperano di vederlo a Palazzo Venezia anche quest’anno. Gli altri «nomi» invece saranno tutti regolarmente al loro posto. Tintoretto, Guercino, Picasso, Giò Ponti, Burri, Fontana, Max Ernst: sono questi i pezzi forti, insieme ai mobili, i tappeti le antichità, che verranno esposti dal 5 al 14 ottobre, in occasione della Biennale dell’Antiquariato di Roma, giunta all’ottava edizione.
«Una rassegna prestigiosa - spiega la soprintendente Rossella Vodret - paragonabile quasi al Tefaf di Maastricht». Sessanta espositori, opere di alto livello, quadri, mobili, sculture, arredi che spaziano dall’archeologia al Novecento. Tornano dunque i mercanti nel tempio, cioè gli antiquari nella sede della soprintendenza, ma questo per la Vodret non fa più scandalo. «Come è giù successo alla Biennale di Venezia, si potranno ammirare opere degne di essere esposte nei principali musei mondiali». Dal canto loro gli organizzatori si sono fatti carico del restauro di tre tele del Seicento, l’Incoronazione di spine, la Flagellazione e la Pietà, che dopo la rassegna torneranno nella chiesa di Santa Maria in Aquiro. «Noi non avremo potuto farlo - commenta la sovriontendente - , abbiamo le casse vuote».
Due anni fa la Biennale romana fu visitata da 17 mila persone. Quest’anno gli organizzatori contano di fare di più. «Tutti i pezzi esposti sono di assoluto livello», racconta il curatore Luigi Michielon.
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