Fermare l’attimo, vero o falso che sia. Questa è la grande dote della fotografia. Una dote incredibile, che spaventa anche un po’. Non per nulla popolazioni digiune di tecnologia, di ottica e di emulsioni, figuriamoci di Ccd e megapixel, hanno a lungo temuto quelle macchinette appese al collo degli antropologi: «Rubano l’anima». E forse su queste loro paure non è il caso di scherzare troppo. Perché ci sono foto che davvero colgono qualcosa del soggetto fotografato che nessun altro mezzo umano può cogliere. Senza scomodare la quidditas (ciò che rende una cosa proprio quella cosa) di aristotelica memoria, i grandi fotografi bloccano nell’emulsione o nei pixel l’impalpabile: se non è l’anima di chi viene immortalato è lo spirito del tempo. E poi già quella parola, «immortalato» (reso immortale), è carica di magia, una magia che Henri Cartier-Bresson spiegava così: «Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento».
Ecco perché il Giornale ha deciso di pubblicare, a partire dal prossimo martedì, una serie di foto
d’autore provenienti dal ricchissimo archivio di Mondadori Portfolio (l’agenzia nata dal recupero dell’archivio storico fotografico delle più prestigiose testate periodiche del gruppo editoriale di Segrate: Epoca , Grazia , Tempo , Panorama ...).
La serie si chiamerà «Tratti Italiani» e sarà un racconto fotografico dell’Italia, dal Dopoguerra sino ai giorni nostri: 25 scatti d’autore che in un modo o nell’altro “ cristallizzano” lo spirito di un grande personaggio, oppure il “clima” di un’epoca. E ogni fotografia, pubblicata nella doppia pagina passante centrale dell’edizione nazionale, sarà accompagnata dal commento di una delle più prestigiose penne del nostro quotidiano.
Il primo di questi appuntamenti del martedì sarà con un uno splendido bianco e nero di Adriano Allecchi (uno dei fotoreporter di punta di Panorama ) che ci mostra Indro Montanelli e Giorgio Almirante negli uffici della casa editrice Mondadori, a Segrate, nel 1980. Guardano dalla finestra, di profilo entrambi, vicini ma lontani, come dubbiosi del futuro. A commentare questa foto sarà Mario Cervi, grande giornalista e, per decenni, legato a Montanelli in un binomio di amicizia e collaborazione che forse non ha eguali nella storia dell’informazione in Italia. Nella seconda uscita, invece, un’immagine decisamente irrituale di Umberto II di Savoia. Giorgio Lotti- classe 1937,è stato “l’occhio” di Epoca dove lo volle il direttore Nando Sampietro, e famosissimo per aver scattato un magistrale fotoreportage della Cina nel 1973 –coglie il re in esilio mentre scavalca la cima d’ormeggio che trattiene una barca da pesca sulla battigia. Lo scatto, carico di suggestiva ironia, è “rubato” in Portogallo, a Cascais, nel 1965. Questa immagine che racconta l’esilio dell’ultimo re d’Italia verrà commentata da Giordano Bruno Guerri.
Nella terza uscita il boom degli anni Sessanta è incarnato dall’immagine dell’avvocato Gianni Agnelli che posa davanti alla planimetria dell’esposizione internazionale del lavoro, che si svolse a Torino nel 1961. L’autore di questo ritratto di un imprenditore che in quel momento incarnava la crescita e l’orgoglio industriale di un’intera nazione è di Walter Mori ( anche lui, nativo di Felino, “ragazzo di bottega” di Epoca e diventato negli anni uno dei migliori fotografi su piazza, con una spiccata propensione per immortalare il mondo dell’arte)e il commento all’immagine sarà di Vittorio Feltri. E anche nelle puntate seguenti, martedì dopo martedì, si susseguiranno fotogrammi indimenticabili, da Oriana Fallaci a papa Wojtyla, passando attraverso immagini di politici, scrittori, registi, attori... o cittadini comuni.
Insomma,sessant’anni di storia d’Italia in un clic, bloccati in quei pochi decimi di secondo che impiega l’otturatore ad aprirsi e chiudersi. Bloccati in velocissimi “tratti” d’autore. Perché è l’eternità di certi attimi che rende un Paese quello che è.Vale anche per il nostro, nel bene e nel male.
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