Giorn-di-bordo

La cura UnipolSai funziona Marina di Loano fa il pieno

Approdo fantasma nel 2012, oggi il «gioiello» torna a crescere in doppia cifra. Posti barca quasi esauriti

Fabrizio de' Marinis

Uno dei grandi simboli della rinascita è stato il Maserati Multi 70, trimarano di Giovanni Soldini, in preparazione della stagione 2016, ormeggiato qui con la sua base tecnico-operativa. Un'«aquila» volante sulle sue speciali derive laterali, i foil, lunga 21,20 metri e larga 16, allora sponsorizzata da UnipolSai - proprietaria dello strategico approdo del Ponenete ligure - in grado di raggiungere i 40 nodi e primatista nelle regate e nei record velici di tutto il mondo.

Sicuro rifugio anche nelle condizioni meteomarine più avverse, Marina di Loano (Savona) - 5 timoni Rina con il maggior punteggio in Italia, insieme alla certificazione Green oltre al 24Plus (ormeggio d'eccellenza imbarcazioni superiori a 24 metri, sempre Rina) e al 50Gold (imbarcazioni superiori a 50 metri ) - è diventato un po' il simbolo di quella fusione turistica tra mare e terra e di una rinascita marinaresca delle coste italiane, quali ricche risorse economiche per il Paese, se gestite con lungimiranza e competenza. A un'ora di auto dagli aeroporti di Genova e Nizza, a due da Milano, è in grado di ospitare, su fondali fino a 5 metri, 855 unità da diporto stanziali da 6 a 82 metri e 79 in transito, insieme con flotte da pesca e delle Forze dell'Ordine, per un totale di oltre mille ormeggi. Un marcato aumento di presenze, poi, è arrivato anche dalla Francia, con l'«effetto fuga», dopo la stangata sui posti barca voluta dal presidente Macron.

Approdo quasi fantasma nel 2012, con il 10% delle banchine occupate - gioiello appannato della cassaforte SaiFondiara di Ligresti, incorporata da UnipolSai, nel 2013 - Marina di Loano è oggi una struttura marittima con i conti a doppia cifra: «Pienamente integrata nel suo territorio - spiega Walter Comelli, responsabile delle società diversificate non assicurative del gruppo - la società è in buona salute, fortemente capitalizzata, priva di debito. Con un fatturato di oltre 5,5 milioni di euro, ha di fatto raggiunto il pareggio operativo. Con un management qualificato, una strategia chiara, una struttura dei costi stabile e un'organizzazione consolidata, grazie all'immagine di altissimo profilo e all'appartenenza al gruppo Unipol, il marina è in grado di soddisfare le attese dei clienti più esigenti, italiani e stranieri, e di cogliere appieno la ripresa del mercato nautico, come testimonia il nostro aumento del 30% dei posti barca occupati, negli ultimi sei mesi. Non secondario, poi, l'aumento di capitale di circa 45 milioni di euro per rafforzare la società e sostenerne la crescita prevista».

Walter Comelli elenca con chiarezza le strategie del rilancio. Valorizzare il fattore distintivo tecnico più rilevante dell'intera struttura portuale: il finger. Si tratta di un pontile mobile che divide in modo più efficace una barca dall'altra e può essere spostato facilmente, in modo da cambiare rapidamente la configurazione del piano di ormeggi. Essere il «porto di casa» per i diportisti di Piemonte, Lombardia e Liguria e quello di riferimento, nella Liguria di Ponente, per gli armatori delle aree tedesche e anglosassoni e per quelli provenienti dai paesi limitrofi, colpiti da regimi di tassazione sfavorevole. Essere punto di stazionamento invernale per i grandi yacht, con servizi completi per gli equipaggi. Essere base di transito per tutti i diportisti sulla rotta Italia-Francia sia per soste tecniche, sia per brevi permanenze dedicate allo svago e al relax.

«Su quest'ultimo punto - conclude Walter Comelli abbiamo sempre creduto nel trait d'union fra terra e mare, un volano per generare ricchezza e cultura sul territorio, interagendo con il Comune e la cittadinanza di Loano, con iniziative culturali tese a vivacizzare il porto e ad aumentarne la capacità attrattiva».

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