da Roma
Stasera Daniela Santanchè sbarca a Roma per la presentazione della sua associazione D-Donna. Grande occasione mondana, ovvio. Ma dietro lapparenza, anche un evento coordinato con oculata strategia comunicativa, la cena al ristorante «Zagara» messo a disposizione della proprietaria, Antonella Sambruni (donna-manager che sarà anche presidente del circolo di Roma). Potrebbe essere, insomma, la «vetrina» di un possibile nuovo partito.
Ben oltre la cena, infatti, la serata sarà loccasione per un passo studiato della deputata che si è ribellata a Gianfranco Fini: ovvero mettere sul tavolo della politica un poker di donne di primo piano, coinvolte nel progetto a diverso titolo, come promotrici o come sponsor. Mentre corrono le voci che parlano di una possibile scissione da An (corroborata dai sondaggi che ipotizzano addirittura il 5% per una eventuale formazione D-Destra messo su dalla Santanchè insieme a Francesco Storace e Teodoro Buontempo), la deputata dosa lalchimia dei volti e delle idee della sua associazione allinsegna dello slogan: «Intanto facciamo politica, poi vedremo». Il suo sarebbe un «partitello lepeniano», come dicono? Lei ride: «È impazzito? Basterebbe osservare che le quattro madrine donore - scherza con una sintesi identitaria estrema - sono due donne legate a grandi famiglie industriali italiane, una ebrea e una musulmana. Le pare che rispondiamo a qualche cliché lepeniano?». Effettivamente no. E infatti stasera si scoprirà che alla testa di D-Donna ci sono donne come Barbara Pontecorvo, avvocato della comunità ebraica, Souad Sbai, membro della Consulta islamica e presidente dellAssociazione donne marocchine, Paola Ferrari (nota giornalista Rai, moglie di Marco De Benedetti, managing director del Carlyle group Europa), e Lucrezia Iannuzzelli (la più giovane erede della dinastia che guida il gruppo Camuzzi).
La Ferrari, ad esempio, sarà in prima fila, ed è supertifosa delliniziativa: «D-Donna - spiega - non ha etichette, io le etichette le trovo stupide, superate! Le mettono le persone che non hanno fantasia.... Non so se il nostro è un circolo di destra nel senso tradizionale del termine, so che è un luogo in cui si ritrovano persone che hanno a cuore gli stessi valori: famiglia, tradizione, patria... Sono orgogliosa di essere, insieme a Daniela, fondatrice di D-Donna». Entusiasmo pari a quello della Iannuzzelli, che da Milano fa eco: «Sarà un circolo di movimenti, idee, valori... Una cosa nuova di cui si sentiva bisogno!». Sarà solo spettatrice o scendrà in campo? Sorriso: «No no. Intendo impegnarmi seriamente». Quanto alla Sbai, da tempo collabora con la deputata di An, ed è forse madrina, al pari di lei, della proposta per la proibizione del velo.
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