Dò un po’ i numeri ma sono fiero del «3»

Che bello dare «3» in pagella a mister Gasperini! Quel votaccio in Coppa Italia, gliel’ho dato d’istinto, incavolato nero per quella formazione senza senso messa in campo tanto per levarsi di torno la scocciatura. E quel votaccio gliel’ho confermato, dentro di me, ogni volta che mi chiedevo, alla luce delle polemiche dei giorni successivi (sconfitta di Roma e pareggio «a due punte» con il Bari), se non avessi un po’ esagerato, se non fosse possibile scambiare quell’episodio contro il Catania come una tanica di benzina sul fuoco che covava sotto la cenere del perenne mugugno alla genoana. Invece no, sono strafelice di quel «3» dato al posto di un più standardizzato «5», o al massimo di un critico «4,5». Perché Bari e Atalanta mi hanno confermato che quello era un «3» di stima. Il Gasp non poteva aver fatto una robaccia del genere, non era da lui. Un po’ come a scuola, quando si diceva che «il ragazzo sa fare meglio». E infatti...

Passando dal 3-4-3 al 4-4-2 al 3-2-2-2 o a quello che gli pare di volta in volta meglio, ci ha restituito il Genoa. Lo so, ho dato i numeri. Quelli sul campo continui a darli il Gasp, che sa come darli. Io posso solo sperare solo di non dovergli riconfermare la mia fiducia in quel modo.

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