Jacopo Casoni
Sport e salute: il binomio di sempre, quello usato e abusato, quello violentato da medici senza scrupoli e dallarrivismo degli atleti moderni (leggere «doping»), è ancora al centro delle discussioni e delle polemiche.
Questa volta loggetto del contendere sono gli sponsor che la Fifa ha scelto per accompagnare e finanziare lavventura del mondiale tedesco. I medici britannici lanciano la crociata salutista e criticano aspramente il massimo organo internazionale del calcio per aver accettato i progetti di partnership pubblicitaria di brend come McDonalds, Coca-Cola e Budweiser. Lappunto mosso in un articolo della rivista scientifica Lancet da Jeff Collins, dellUniversità di Edimburgo, e Ross MacKenzie, della London School of Hygiene, fa notare come, secondo questi esperti, i tre marchi confezionino prodotti «non compatibili» con una politica che promuova la corretta alimentazione.
È lennesima polemica con protagonisti gli sponsor del mondiale. Nei giorni scorsi, si era scatenata unautentica «guerra della birra», accesa dai produttori tedeschi scandalizzati dalla scelta di un marchio americano come sponsor ufficiale della manifestazione e danneggiati dalla conseguente esclusiva di vendita allinterno degli stadi. I birrai di Germania, alla fine, hanno ottenuto una concessione dalla Fifa e dalla stessa compagnia statunitense: Budweiser resta lunico partner formale del mondiale, ma la Bitburger, fiore allocchiello della produzione tedesca, potrà vendere il proprio prodotto negli impianti interessati dal torneo.
Altro capitolo è quello che riguarda la severità dellorganizzazione nel far rispettare lesclusiva concessa agli sponsor negli spazi, commerciali e no, griffati «World Cup 2006».
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