Cronaca locale

La «Dama» di Dumas secondo Neumeier

L’artista texano, 63 anni: «Così ho vinto la mia battaglia più dura, quella contro la malattia»

Chiude su La Dame aux Camélias di John Neumeier (fino al 24 ottobre) il cartellone ballettistico 2007/8. Una programmazione troppo modesta di per sé, a fronte della richiesta di danza che sale dalla città. La nuova stagione del resto non si prospetta migliore. E la cosa è davvero singolare. Proprio come se ci si fosse scordati che il 3 agosto 1778, data dell’inaugurazione del sacro tempio scaligero, opera e ballo venivano proposti con pari dignità. Kameliendame è un cult del coreografo americano. Nata nel '78 per Stoccarda, ha girato il mondo ed esiste anche in versione filmica. Il balletto nasce direttamente dalle pagine che Dumas figlio scrisse all'indomani della morte di Marie Duplessis, l’eroina che tante creatività ha stimolato. Il genere coreografico è un narrativo rivisitato e venato di psicologismi. L'affresco non sente il tempo e vola via sulle ali di una miscellanea chopiniana. Va con la storia d'amore e morte che continua a stregarci. Il titolo, godibile, poetico e introspettivo, staglia i protagonisti in una struggente luce surreale. Forse è un po' ridondante di idee. Neumeier (che è anche coreografo) amplifica lo spunto del dono del romanzo «Manon Lascaut» presente in Dumas. E il romanzo nel romanzo diventa il leitmotiv di un balletto nel balletto dominato dal gioco di rimandi che, sullo sfondo del tout Paris, fonde e confonde le coppie Margherite-Armand e Manon-Des Grieux. Con relative passioni, distacchi, amori, timori, vita e agonia. Il tutto trattato con la tecnica del flash back: Armand passa davanti alla casa di Marguerite e ricorda. Intelligente e funzionale la scelta di Chopin. Il poeta della musica attivo a Parigi negli stessi anni e ambienti della Duplessis. Dal magma di richiami si stagliano per sapienza e forza evocativa i magnifici pas de deux Marguerute-Armand, vero fulcro drammatico dell'azione.

Bellissimi e di sapore viscontiano scene e costumi di Jürgen Rose.

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