Daniel Pennac tira la volata Ma non basta

In vetta alla Top ten niente di nuovo. Le Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie (Mondadori) sono inscalfibili, resistono sopra le 11mila copie a volumi di vendita irraggiungibili per qualunque altro libro. Per il momento la classifica degli ultimi mesi, tra la Rowling e le due autrici delle favole (Francesca Cavallo ed Elena Favilli), dimostra che i veri dominatori - Alessandro D'Avenia a parte - sono i libri per bambini e ragazzi.

Se si vogliono vedere dei cambiamenti bisogna partire dal secondo posto. Lì irrompe Daniel Pennac che torna con la sua saga più amata, quella che ruota attorno alla famiglia Malaussène. Il titolo arrivato in libreria nuovo nuovo è Il caso Malaussène. Mi hanno mentito (Feltrinelli). Il pubblico di affezionati non ha tradito lo scrittore francese e appena arrivato in libreria il romanzo fissa l'asticella sopra le 5mila e cinquecento copie. Scavalca così Federico Moccia che con Tre volte te (Nord) si ritrova al terzo posto assestandosi poco sopra le 5mila copie. Sotto il podio, quarta posizione, troviamo invece in rapida salita Viaggiare in giallo (Sellerio). La raccolta di racconti funziona bene anche grazie alla parata di firme: Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri.

Fa la sua comparsa in classifica anche il libro scritto a quattro mani da Guido Maria Brera e dal vincitore del premio Strega Edoardo Nesi: Tutto è in frantumi e danza. L'ingranaggio celeste (La nave di Teseo). Il libro è un lungo percorso nella fragilità dell'Italia di oggi e di rimpianto per l'Italia degli anni '80 e '90 del Novecento, che sembrava destinata ad un destino ben diverso. Un libro generazionale, ma ben scritto, in cui per molti è facile rispecchiarsi.

E infatti arriva al decimo posto con 2mila e seicento copie. E come settimana scorsa è il caso di notare che il libro di Walter Siti Bruciare tutto (Rizzoli) non arriva in classifica. Troppa attenzione mediatica l'ha bruciato forse.

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